C’è solo un capitano

Ebbene sì, il titolo vi dice già qualcosa? Se non fosse così, vi dico io di chi sto parlando.

Giocatori bandiera come lui se ne sono visti pochi nel mondo del calcio, ma il sogno della sua città, della sua gente e amore per la sua squadra del cuore lo fanno rimanere e diventare negli anni un vero e proprio mito del calcio e della città di Roma: è Francesco Totti.

Nato a Roma il 27 settembre 1976 e cresciuto nel quartiere di Porta Metronia, fin da piccolo e secondo il proprio Francesco, la prima parola detta è stata palla. Durante l’estate del 1977 a Porto San Giorgio, in una giornata di mare, cercava di giocare a pallone pensando di calciarla e da questo momento inizia tutto. 

La sua prima squadra è stata la Fortitudo a 7 anni, dopodiché è passato nella Lodigiani nel 1986 a 10 anni (quest’ultima era la terza squadra della capitale) e, già all’epoca, inizia a spargersi la voce di questo bambino così forte da vedere arrivare la chiamata del presidente della Lodigiani poiché sia la Lazio che la Roma lo volevano con loro e, come tutti sappiamo, alla fine le trattative si sono concluse con l’approdo ai colori giallorossi.

Arrivato a Trigoria a 12-13 anni, si sente il bambino più felice del mondo vedendo l’allenamento della prima squadra e il capitano di quegli anni Giannini,detto “Il Principe”, nonché idolo della piccola leggenda. Quest’icona che trasmetteva positività, forza e professionalità durante le partite, segna in Francesco una volontà tale da aspirare a essere proprio come lui. Con il passare delle partite giocate nelle giovanili della Roma, era sempre più evidente il suo grande talento, tanto da essere continuamente schierato in campo con gente più grande, sia anagraficamente che fisicamente parlando.

Quest’ultimo fatto ha determinato il suo ingresso in Serie A a soli 16 anni: nel 1993, mentre giocava con la primavera della Roma e, dopo aver segnato 2 goal, viene sostituito a fine primo tempo, con la motivazione di doversi cambiare perché deve partire con la prima squadra per disputare una partita di campionato e, pertanto, quello stesso giorno, a dieci minuti dalla fine, Boskov (l’allenatore della Roma) lo fa esordire a 16 anni in Serie A contro il Brescia e, successivamente, inizia ad allenarsi solo con la prima squadra. Il debutto da titolare avviene il 16 dicembre 1993 per la Coppa Italia e il 27 febbraio 1994 in Campionato, entrambe le volte contro la Sampdoria e schierato da Carlo Mazzone.

Il 4 settembre 1994 realizza la sua prima rete nella Serie A contro il Foggia nello Stadio Olimpico.

L’arrivo di Bianchi come nuovo allenatore sembra voler cambiare il DNA della squadra: non rinnova il contratto al “Principe” e, addirittura, voleva sostituire anche Totti con un altro giocatore più esperto e formato, ma interviene il presidente Sensi scegliendo Totti e mandando via il nuovo allenatore. Nel 1997, arriva in panchina Zdenek Zeman, il boemo, e grazie a lui, Totti diventa un giocatore più potente e strutturalmente più completo (oltre al sacrificio che ogni rigido allenamento zemaniano richiedeva, fatto di grandi corse e poco cibo da consumare). Zeman è anche colui che ha detto a Francesco: <<Con i piedi che hai devi tirare sempre, tu tiri 10 volte in porta e 9 volte fai gol>>. In questo periodo, Totti diventa capitano.

Nella stagione 2000-2001, ottiene lo scudetto sotto la guida di Fabio Capello come allenatore.

Nel 2002, realizza uno dei goal più belli in tutta la sua carriera (un pallonetto da 25 metri) e di doppio valore (poiché è stato realizzato durante il derby) e con dedica alla sua attuale moglie Ilary Blasi con la scritta “6 Unica”.

Nel febbraio 2006, durante un Roma-Empoli, la Roma è vicina a raggiungere la 10ima vittoria consecutiva (un primato nella serie A dell’epoca), il destino ha voluto che le sorti di Francesco, dopo la rottura del perone, mettessero a rischio la partecipazione al mondiale dello stesso anno. Grazie al sostegno, soprattutto dell’allenatore della nazionale italiana, Lippi, che ricordiamo per la celebre frase: << Io ti aspetto fino all’ultimo, perché sarai tu a farci vincere il mondiale>>, per Francesco inizia la scalata straordinaria di un grande recupero in direzione verso il mondiale.

Durante gli ottavi di finale della Coppa del Mondo (Berlino 2006), la nazionale affronta l’Australia e le cose non si mettono bene, poiché, l’Italia rimane in 10 dopo l’espulsione di Materazzi, ma Lippi, a 15 minuti dalla fine, fa entrare Totti per provare a recuperare. Questo inserimento è di grande impatto tant’è che, con l’avanzare dei minuti, si arriva a un episodio di calcio di rigore a favore dell’Italia e qui, Totti con sangue freddo e sicuro di sé stesso, calcia il pallone gonfiando la rete e regalando la vittoria ai suoi passando alle fasi successive del torneo. Fasi successive che non dimenticheremo mai con la vittoria in finale contro la Francia aggiudicandoci la quarta coppa mondiale.

Nella sua carriera, Totti ha realizzato: 889 presenze con 334 goal fra club, nazionale maggiore e nazionali giovanili; con la Roma, ha compiuto 307 reti (di cui 250 nel campionato di Serie A) in 786 partite.

Tuttavia, Totti non è stato solo una leggende del cacio e dello sport, in quanto è stato anche un grande sostenitore per le giuste cause: ricollegandoci al tema della settimana, ossia l’eliminazione della violenza sulle donne, Il Capitano ha affermato in molte interviste di essere profondamente colpito dai vari episodi di violenza ai quali assistiamo ogni giorno “sono episodi assurdi, surreali. Bisogna aiutare le donne come gli uomini, siamo tutti uguali e dobbiamo andare tutti dalla stessa parte. Noi daremo il massimo affinché le cose cambino, la vita è una e bisogna godersela fino in fondo. L’augurio è che da oggi si possa cambiare. Il mio appello è un appello sentito per riuscire a cambiare la mentalità di queste persone.”

Che dire? Un giocatore che al momento del ritiro (28 maggio 2017) ha fatto emozionare e piangere noi tifosi (soprattutto giallorossi) la fine di una carriera fatta di tante emozioni regalate (e se non avete capito ancora: sono romanista), ti avremo voluto sempre vedere in campo per ammirare ogni volta le tue magie, i tuoi colpi di tacco, i tuoi assist, i tuoi goal, i tuoi pallonetti (meglio chiamarli per una volta, cucchiai), i tuoi cambi di gioco, i tuoi tocchi di prima e tante altre cose.

Grazie mio grande capitano per averci fatto gioire, urlare, esultare, commuovere tanto con i tuoi piedi in 28 anni di tanta fede calcistica e fedele ai colori giallorossi… la Curva Sud griderà sempre per te:

Un Capitano, C’è Solo Un Capitano!!!

#dontbelazybeactive

Aldo Landini

Fonti:

http://www.retesport.it/articoli/2677-totti-contro-la-violenza-sulle-donne-tutti-nella-stessa-direzione-affinche-la-cose-cambino