La posizione Cinese sul conflitto Russia-Ucraina
Cina e Russia non sono mai state grandi amiche. I due sistemi ideologici, seppure condividessero le stesse linee-guida teoriche, non sono mai stati affini. Il modello maoista e quello staliniano sono sempre stati fratelli-nemici, fino allo scontro sul fiume Ussuri a fine anni ’60: la guerra, seppur durata relativamente poco, aveva sancito le due posizioni. Gli schieramenti dei due paesi per il controllo della regione asiatica durante la guerra fredda erano chiari: non c’era spazio per un’alleanza, specialmente dopo che la Cina si era dovuta occupare di dotarsi di nucleare in modo autonomo, senza l’aiuto sovietico. In poche parole, fu immediatamente chiaro che, nella seconda metà del Novecento, come un avvicinamento tra le due fosse una via impraticabile.
Oggi la Cina di Xi Jinping è il principale partner commerciale di Mosca. Come questo sia divenuto possibile è molto semplice da chiarire. Da un lato, dobbiamo riconoscere che la distensione di Gorbachev ha sicuramente allentato la linea dura della politica estera di Mosca, favorendo un cambio di rotta nei confronti di Pechino. Dall’altra, ovviamente, l’ex Impero Celeste ha conosciuto un’importante evoluzione del proprio sistema economico e civile a partire dagli anni ’80, che ha favorito un’apertura sostanziale dell’economia. Il tutto, ovviamente, è stato reso possibile dalla globalizzazione e dall’interdipendenza economica che è il cuore pulsante di questo mondo.
Alla luce di tutto ciò, qual è la posizione di Xi Jinping nel post-invasione dell’Ucraina? La posizione cinese sembra alquanto indecifrabile. Alcuni vedono la Cina come un alleato ‘non alleato’, interessato principalmente ai propri vantaggi economici. Altri sostengono che la posizione neutrale della Cina sul conflitto sia, ancora una volta, l’emblema del suo principio di rispettare la sovranità e l’integrità degli Stati. Questa linea è da sempre in contrasto con la politica del responsibility to protect attuata dall’Occidente. Intanto, la Cina ha definito auspicabile la via del negoziato e della pace.
Durante un incontro a Roma, il rappresentante della sicurezza nazionale USA Jake Sullivan ha incontrato Yang Jiechi, direttore della politica estera cinese. Durante questo incontro, Sullivan ha espresso i propri dubbi e le proprie preoccupazioni riguardo alla posizione di Pechino, temendo che gli aiuti economici possano poi sfociare in veri e propri aiuti militari nei confronti del Cremlino. La Cina però ha ribadito che non ha intenzione di aiutare militarmente la Russia, e attualmente Occidente e Cina puntano a mantenere una linea di comunicazione aperta per delineare una strategia di sicurezza globale.
In linea generale, sarà interessante vedere come si comporterà Bejing. Da una parte abbiamo un’intensificazione dei rapporti con Putin, ma dall’altra comunque una forte volontà di mantenere un rapporto (già fragile) con l’Occidente.
Martina Noero