Il castello di Himeji
Cari lettori,
dovete sapere che una nazione che mi affascina molto, da sempre, è il Giappone. Sarà per i suoi paesaggi molto suggestivi: chi non ha visto in televisione o su internet delle foto di giardini con gli alberi di ciliegio in fiore. È impossibile non restarne affascinati. Ma anche le antiche costruzioni, templi o castelli, sono molto suggestive, perché molto particolari. Ne è un esempio il Castello di Himeji, una struttura imponente e caratteristica.
Il castello sorge su una collina chiamata Himeyama dell’altezza di 45 metri sul livello del mare. Venne costruito come una fortezza militare ma non fu mai scenario di battaglie e scampò anche ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e ai terremoti. Per questo motivo venne dichiarato Patrimonio dell’UNESCO nel 1993.
È costituito da 4 edifici di cui uno principale e tre più piccoli posti ad est, ovest e nordovest, costruiti per proteggere l’edificio centrale principale. Tutti gli edifici sono collegati tra di loro da corridoi interni progettati appositamente con percorsi molto complessi per far perdere l’orientamento ai nemici e con porte in ferro difficili da abbattere. Inoltre, anche gli interni furono progettati con lo scopo di confondere il nemico: sono degli ambienti spogli, seppur eleganti, e sono così complessi da sembrare un labirinto.
Negli anni successivi furono anche realizzati dei giardini esterni, i giardini Koko-en, bellissimi e caratteristici, con uno stagno suggestivo e con gli alberi di ciliegio che rendono il castello spettacolare durante la loro fioritura.
La particolarità del castello sta nelle sue pareti bianche, in contrasto con i suoi tetti scuri. Il materiale con cui vennero realizzate le pareti è il legno a cui sono stati applicati strati di colla mischiata a calce spenta: la scelta del materiale dipende dall’intenzione di proteggere il castello dal fuoco. Un’altra caratteristica particolare è la struttura esterna degli edifici, in particolare quello principale che si compone, infatti, di 7 piani con 5 tetti visibili all’esterno.
Ma, come penso ormai possiate immaginare, quello che più mi ha affascinato del castello non è tanto la struttura, seppur suggestiva, quanto le leggende ad esso legate.
Una è di queste è chiamata Ubagaishi ovvero “la pietra della vecchia vedova”: si narra che durante la costruzione di uno degli edifici Toyotomi Hideyoshi terminò le pietre a sua disposizione e una vecchia signora, venendo a sapere del suo problema, gli donò la sua macina a mano nonostante gli servisse per il lavoro. La gente che sentì questa storia si commosse e iniziò a donare pietre per terminare la costruzione del castello.
Ma la leggenda più famosa è quella chiamata Banshū Sarayashiki (播州皿屋敷) e cioè “la dimora dei piatti della provincia di Harima”. Secondo questa leggenda una serva, di nome Okiku, ascoltò dal suo padrone i piani per una rivolta contro il signore locale. Allora lo disse al marito che, essendo un samurai fedele, impedì che si realizzasse la rivolta. Allora il padrone tese una trappola ad Okiku per vendicarsi: la incolpò di aver rubato dieci piatti molto preziosi. Per questo motivo, venne torturata e gettata nel pozzo del Castello di Himeji. Da allora, durante la notte si può sentire la sua voce che conta i piatti.
A presto con altre curiosità e probabilmente con altre leggende!
Erika Corso