Stiamo attraversando un momento storico destinato a lasciare un solco profondo nelle nostre memorie.
Sarà uno di quegli avvenimenti dalla portata talmente grande da segnare un nuovo ciclo nelle vite individuali e nella vita politica, sociale ed economica internazionale.
Uno stravolgimento che toccherà tutte le sfere della quotidianità e che ci farà riscoprire il senso del termine: umanità.
L’intero genere umano infatti si ritrova ad affrontare un nemico comune ed invisibile, che sfonda i confini degli Stati nazionali e che costringe ad un ripensamento delle dinamiche e dei meccanismi di difesa e di protezione convenzionali.
È una storia senza precedenti, quella che si sta scrivendo nelle ultime settimane.
Per questo motivo noi studenti della UNINT, a conferma della profonda vocazione internazionale del nostro Ateneo, abbiamo deciso di raccontare gli sviluppi e gli scenari mondiali che si andranno a delineare sfruttando il più importante strumento per il superamento delle barriere che ci è dato: la conoscenza delle lingue straniere.
Per questo motivo riporteremo le ultime notizie e i dati aggiornati acquisiti dallo studio dei media e delle fonti di informazione dei paesi di lingua portoghese, inglese, spagnola, francese, tedesca, russa, araba e cinese.

È un momento storico, è la nostra storia, e noi cittadini del mondo vogliamo fare la nostra parte. 
Sara Nardi

Dobbiamo e vogliamo essere sincere: se non ci fossimo documentate sull’origine dell’epidemia ancora faremmo confusione fra COVID-19 e coronavirus. E voi? Sapevate, per esempio, che sbagliamo a pensare che siano la stessa cosa? Perciò facciamo prima di tutto un po’ di chiarezza sulla questione. Il COVID-19 è una malattia infettiva delle vie respiratorie causata da un virus conosciuto come SARS-CoV-2, appartenente a una grande famiglia virale: quella dei coronavirus (CoV). Sapevate, inoltre, che questa famiglia di virus era stata già scoperta intorno al 1960? Il primo scienziato a identificare il virus è stato il virologo hongkonghese Leo Poon ed è stato sempre lui a dichiarare l’origine zoonotica del COVID-19.
Nonostante ciò alcune persone sostengono che questa epidemia – recentemente dichiarata pandemia dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – sia stata creata in laboratorio.
Secondo quanto detto sul sito portoghese SAPO, durante la scorsa settimana la Direção-Geral da Saúde (DGS) -istituzione portoghese che funge da Ministero della Salute- ha rivelato il numero di contagi nel Paese: 1280 fra cui 12 vittime. Di questi casi più di 600 sono situati a nord del Paese, più di 400 nell’area di Lisbona e di Vale do Tejo e 31 ad Algarve. Per quanto riguarda invece le regioni autonome si contano 5 casi nell’arcipelago di Madera e 3 in quello delle Azzorre.
Per garantire il funzionamento delle attività sotto lo stato di emergenza ormai dichiarato, il Governo ha stabilito alcune regole come, per esempio, lo smart working o il supporto telefonico od online per tutti i servizi pubblici. Si assicura il regolare funzionamento dei supermercati, delle farmacie e dei benzinai ma qualsiasi altro tipo di attività commerciale è al momento sospesa. Anche i ristoranti sono chiusi al pubblico ma mantengono comunque operativo il servizio di take-away (per fortuna!).
Secondo il quotidiano portoghese Jornal de Notícias, il Governo ha inoltre decretato una serie di misure volte a regolare gli spostamenti dei cittadini. In particolar modo le persone contagiate o sotto osservazione hanno l’obbligo di rispettare l’isolamento imposto dalle autorità, mentre tutti i membri della Comunità sono invitati al raccoglimento domiciliare. Ciò significa che è possibile muoversi esclusivamente se necessario: per assistere i familiari, accompagnare i minori o per portare fuori gli animali domestici. In caso di infrazione delle misure imposte dallo stato di emergenza, per i trasgressori è prevista una pena fino ad un anno di reclusione. Il Governo garantisce inoltre il rimpatrio degli studenti portoghesi in Erasmus che intendano rientrare.
In questo momento si fa appello al buon senso di ciascun individuo invitando soprattutto i residenti dei grandi centri urbani ad evitare gli spostamenti verso le zone interne del Portogallo poichè è proprio lì che risiede la maggior parte della popolazione considerata “a rischio”: gli anziani. In fine, con lo scopo di garantire la distanza di sicurezza prevista e di limitare la diffusione del virus, il Ministro dell’Ambiente João Pedro Matos Fernandes ha firmato ulteriori ordinanze n vigore a partire dalla giornata di lunedì 23 marzo – le quali prevedono una riduzione del 30% del servizio di trasporto pubblico e una riduzione del numero di passeggeri massimo consentito, pari ad 1/3 della capacità delle vetture.
Giulia Arresta – Alessia Santella

Nel Regno Unito ad oggi, risultano essere più di 5.683 i positivi al Covid-19. Venerdì sono state annunciate le prime misure per contrastare la crisi: “lo stato sta chiudendo il paese, sostenendo le imprese e pagando i nostri salari”.  Dopo l’Irlanda del Nord, anche l’Inghilterra annuncia la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, mentre in Scozia e Galles avevano già annunciato la chiusura mercoledì scorso. Boris Johnson ha dichiarato che in due mesi “Il Coronavirus farà i bagagli”. Tuttavia, secondo il The Telegraph, le misure di contenimento dovrebbero prolungarsi per altri sei mesi, per sortire degli effetti. “Il primo ministro britannico”, afferma Beth Ridgy: “corre il rischio di spacciare false speranze” e conclude: “stiamo per entrare nelle ore più buie”, citando Winston Churchill così come fece il Presidente Giuseppe Conte. “Questa è una guerra”[1] scrive Angela Giuffrida raccontando del “fronte italiano”: gli anziani muoiono soli e i medici si infettano aiutando i malati.
Si allinea ai provvedimenti anche l’Australia che, sempre da venerdì, ha chiuso ufficialmente i confini e limitato i raggruppamenti di persone a 100 in spazi chiusi e 500 in spazi aperti, stabilendo una distanza di sicurezza di un metro e mezzo. Ad oggi, il numero di casi ammonta a 1.700, dopo un aumento esponenziale durante il finesettimana per via della noncuranza della popolazione, che si è riversata sulle spiagge, violando le norme di sicurezza e portando alla chiusura delle stesse. Stanziati 189 miliardi di dollari per far fronte all’emergenza, con possibile aumento del budget, per tutelare cittadini ed economia nei prossimi sei mesi. Sabato notte annunciate nuove misure: da lunedì locali, palestre e luoghi di culto chiusi; bar e ristoranti chiusi, ma con servizio a domicilio. Scuole ancora aperte fino a Pasqua. Chiusi i confini di Tasmania e Nuova Zelanda e quelli interni con l’obbligo di quarantena di 14 giorni per chi si è spostato.
Ancora misure blande in Canada, dove questa settimana, il Primo Ministro Justin Trudeau raccomanda l’isolamento e la distanza di sicurezza e vieta il movimento ingiustificato fra le province. Alcune di quest’ultime hanno dichiarato lo stato di emergenza[2] e 30 milioni di dollari sono stati stanziati per una campagna su isolamento e norme di prevenzione.
Negli Stati Uniti sono oltre 35.000 casi, è il terzo paese nel mondo per numero di contagi. Molti Stati sono in “lockdown” dopo l’invito all’isolamento arrivato dalla Casa Bianca insieme alla dichiarazione d’emergenza. Il caso più preoccupante è quello di New York, dove i casi superano quota 15.000. Il paese si sta preparando al cambiamento più radicale dalla seconda guerra mondiale, con la chiusura di scuole e centri sportivi. Le strutture sanitarie sono in affanno, data la scarsità di presidi medici[1] e Trump chiede agli ospedali di preparare dei piani di emergenza.
Lucia Capriglione – Claudia Cesetti – Diana Fagiolo – Laura Forcella – Emanuele Spina

La situazione spagnola riguardo al nuovo coronavirus Covid-19 conta già 29.068 casi di contagio in tutto il paese, di cui 1.804 deceduti e 2.575 curati, dati reperibili da fonti del Ministero della Salute e delle Comunità Autonome. Il rapido incremento di casi in tutto il mese di marzo ha, difatti, fatto sì che il Governo chiedesse al Congresso una proroga dello stato di emergenza fino all’11 aprile 2020. Pedro Sánchez, presidente del Governo spagnolo, ha proposto di aspettare alcuni giorni per vedere l’efficacia delle dure misure adottate fino a questo momento, oppure provare con un’azione di chiusura totale della produzione di generi di seconda necessità, prendendo esempio e spunto dall’ultimo DPCM firmato da Giuseppe Conte. Secondo i dati ufficiali del Governo spagnolo, sono ben 100.000 i posti di lavoro persi nella prima settimana di quarantena (iniziata circa una settimana dopo l’Italia, firmata da Sánchez il 14 marzo): c’è da ricordare, che oltre al già elevato tasso di deceduti e all’imminente collasso sanitario, anche il settore economico ne sta soffrendo particolarmente, arrivando a stimare una diminuzione del 12% del PIL trimestrale[1]. A tutto ciò si contrappone la meravigliosa reazione di un popolo culturalmente non troppo lontano dal nostro: potranno anche essere in quarantena, ma non sarà certo questo periodo di reclusione a fermare il corazón caliente di tutti quegli spagnoli che, alle 20:00, si danno appuntamento sui propri balconi per cantare, applaudire e darsi coraggio gridando all’unisono: ¡Vamos, chavales! (“Forza ragazzi!”).
Passiamo ora all’America Latina, dove il virus ha già contagiato, seppur molto meno rispetto agli elevati numeri europei, tutti gli stati (l’ultimo è stato Haiti, il 19 marzo) e, di conseguenza, ogni presidente ha deciso di prendere le misure rispetto alla situazione che sta vivendo. L’Argentina, per esempio, ha riscontrato il primo caso il 7 marzo e, una settimana più tardi, il presidente Alberto Fernández ha consigliato la quarantena, fino a farla diventare obbligatoria il 20 marzo. Solo due giorni dopo, la Bolivia ha preso la stessa decisione a proposito della quarantena fino al 31 marzo. Gli altri stati, un po’ più in generale, sono arrivati alla conclusione che, per il momento, è meglio mantenere chiuse soprattutto le scuole e limitare i voli internazionali, obbligando la quarantena di 14 giorni alle persone provenienti dagli stati più colpiti d’Europa. A livello economico, la Colombia è tra i paesi più colpiti per la caduta delle borse internazionali, tant’è che il Governo locale ha già intrapreso varie azioni per aiutare i settori maggiormente colpiti, tra cui il turismo.
Ilaria Violi

In Francia, da gennaio si è espansa una nuova epidemia di Coronavirus COVID-19 proveniente dalla Cina: si tratta di una famiglia di virus responsabili di infezioni respiratorie dalla sospetta origine animale, ma gli scienziati stanno ancora accertando la veridicità di questa ipotesi.
“Covid19: l’Italia allerta il mondo su ciò che lo aspetta” scriveva Le Figaro il 19 marzo scorso, aggiungendo che gli italiani, con ben 4.825 vittime, sono stati i primi, dopo i cinesi, a essere colpiti da questa epidemia: coscienti della sua gravità e dell’alto tasso di mortalità, implorano il resto del mondo di “proteggersi da questo assassino invisibile”.
Infatti, il virus è stato responsabile anche della morte di 562 persone in Francia. Il Presidente della Repubblica francese Macron, seguendo l’esempio italiano, ha annunciato severe restrizioni per il contenimento del Covid-19.
Il 18 marzo 2020, il Belgio ha preso le misure di contenimento valide fino al 5 aprile. Viaggi limitati all’essenziale e università, bar, negozi e ristoranti chiusi fino a Pasqua. Anche le scuole resteranno chiuse, ma la supervisione dei bambini sarà fornita a coloro i cui genitori lavorano nel campo dell’assistenza. In prima pagina, il record di decessi in Italia: 793 al 21 marzo. Tra le principali cause di un bilancio così drammatico, l’età media avanzata e la mancanza di personale sanitario. Non manca l’ottimismo: a Milano la concentrazione di NO2 diminuisce ogni settimana del 10%.
Mentre l’epidemia di Coronavirus si affaccia sul continente africano, l’OMS lancia un appello: l’Africa si deve “preparare al peggio”. I casi di COVID-19 registrati al 22 marzo 2020 in tutto il continente hanno superato il numero 1.000, per un totale di 37 paesi coinvolti. Sebbene la pandemia che sta mettendo in crisi l’intero pianeta sembri avanzare più lentamente in Africa, il timore di una sua rapida diffusione fa tremare l’OMS così come i presidenti africani. Il sistema sanitario del continente non è assolutamente in grado di affrontare un’emergenza tale, per questo sono numerosi i paesi africani che stanno adottando misure preventive ferree.
In Svizzera ci sono 8.060 contagiati e 66 decessi per Covid-19. Il governo federale ha vietato assembramenti di più di 5 persone, pena multe fino a 250 franchi. I medici non ricevono direttive precise da parte del governo centrale, si coordinano tra di loro a livello locale. 8.000 militari sono stati spediti negli ospedali a supporto dei medici. 42 miliardi sono stati stanziati in aiuto alle imprese. I cittadini all’estero saranno rimpatriati dalla DFAE (Dipartimento Federale degli Affari Esteri). La situazione italiana è usata per promuovere consapevolezza nel Paese, e il lavoro degli ospedali italiani viene replicato dai medici svizzeri.
Emanuela Batir – Carolina Benucci – Laura Bruno – Flavia Lucarelli D’Ortenzi – Giulia Marinucci – Solange Ngwikem Manfo – Sibilla Parlato – Eleonora Valente – Elen’Alba Vitiello

I giornali tedeschi riportano i dati dei contagiati in Italia, che salgono a 59.138 in data 23 marzo, e dei decessi che superano i 5.400, con picco di 800 morti nella giornata del 21 marzo. In Germania si punta però l’attenzione specialmente sulla provincia di Bergamo. Nei telegiornali le immagini più mostrate sono quelle dei mezzi militari impegnati a portare le salme in altre regioni per la cremazione. Ciò che sembra sconvolgere di più, oltre alla situazione negli ospedali, definita dai giornali tedeschi “fuori controllo”, è però la scarsa attenzione da parte degli italiani nel rispetto delle regole che impediscono gli spostamenti che non siano di stretta necessità. Si sembra infatti voler sottolineare il fatto che le drastiche restrizioni prese non sono ancora accettate da alcuni cittadini italiani che continuano ad uscire più del dovuto, soprattutto nella provincia di Milano.
Nelle scorse settimane le misure prese dall’Italia venivano giudicate esagerate ma, negli ultimi giorni, anche la Germania sta cercando di ridurre la diffusione del virus con restrizioni che, dato il sistema federale, non sono uguali in tutti i Bundesländer. Nelle ultime settimane, infatti, erano solo stati proibiti eventi con più di mille partecipanti, partendo dalle partite di calcio e concerti. A partire dalle ore 00:00 del 21 marzo, sette dei sedici Bundesländer hanno aumentato le misure restrittive vietando assembramenti nelle strade e nei parchi. Nella città di Amburgo si permettono però assembramenti fino a gruppi di sei persone, diversamente da Colonia che vieta di uscire se si è più di due. Alcune delle città che invece non hanno aumentato le misure per frenare la diffusione dell’infezione sono Dresda e Berlino, ma anche qui le strade appaiono ogni giorno meno affollate.
La cancelliera Merkel, nella conferenza stampa svoltasi nella giornata di martedì 17 ha ribadito che le misure prese per il momento sono sufficienti e devono essere rispettate per non vedersi costretti a prendere le stesse misure dell’Italia. Si cerca dunque di evitare restrizioni più severe, sperando nella collaborazione di tutto il popolo tedesco. Nella seconda conferenza stampa di domenica 22 marzo, la Cancelliera ha deciso di optare per la chiusura di locali, ristoranti e negozi in tutti i Bundesländer, permettendo però l’attività fisica all’aperto e incontri con massimo una persona esterna al nucleo famigliare purché si mantenga la distanza minima di 1,5 m. Poco dopo la conferenza, è stato effettuato il tampone alla Cancelliera per aver avuto contatti con il suo medico che è risultato positivo al Covid-19.
Jasmin Pick

Il COVID-19 non conosce limiti ed è per questo che, purtroppo, è arrivato anche nella lontana Russia. Le città più colpite sono due: Mosca e San Pietroburgo.
San Pietroburgo ha già avvisato tutti i cittadini di restare a casa e di evitare, soprattutto per gli over 65 anni, i posti affollati. Sul sito dell’amministrazione pietroburghese, però è solo stato raccomandato di astenersi il più possibile da spostamenti interni alla città, in tutto il territorio della federazione e di non partire per viaggi all’estero. Anche le scuole hanno lasciato “libertà” decisionale: dal 16 marzo al 30 aprile i presidi hanno incaricato i genitori stessi di scegliere se mandare i propri figli a scuola o meno. Gli aeroporti, più precisamente l’aeroporto Pulkovo, hanno dichiarato di adottare un trattamento di disinfezione per tutti gli arrivi provenienti dalle zone rosse. È stato inoltre ampliato il regime di difesa contro il COVID-19 per tutte le superfici aeroportuali.
A Mosca, invece un discreto numero di persone si sono messe in auto quarantena.
In termini economici si è stimato un risparmio sul budget familiare pari quasi al 30%. In situazioni normali, il denaro destinato alle spese ammontava a 5,7 mila rubli. Di seguito i dati di alcune importanti città russe: di Archangel: 12,5 mila rubli (46,1% dei consumi), Mosca: 17,8 mila rubli (45,1% dei consumi). Si è parlato di un vero e proprio “lockdown” su Mosca, nel momento in cui nei supermercati hanno cominciato a scarseggiare beni di prima necessità, sono state chiuse le strutture mediche e sono stati ridotti i trasporti.
Il Centro di Informazione e Comunicazione russo ha negato le notizie secondo cui le autorità siano propense a introdurre misure al fine di rallentare la diffusione del coronavirus nel paese, riferisce RIA Novosti, citando una fonte senza nome.
Il giornalista Andre Ballin nel suo articolo per Der Standard parla della situazione attuale in Russia e ne elogia l’operato. Ha ricordato, infatti, che alla fine di gennaio, il confine terrestre della Russia con la Cina era già stato chiuso e che la comunicazione ferroviaria tra i due paesi era stata interrotta. Dal 1° febbraio, la comunicazione aerea con la RPC è stata limitata e dal 20 febbraio è stato introdotto un divieto di ingresso per i cittadini cinesi, ha osservato il giornalista. Inoltre, le restrizioni all’ingresso hanno interessato cittadini di altri paesi in cui sono stati registrati focolai di coronavirus.
Ballin ha sottolineato che nella fase iniziale per la Russia è stata una fortuna che sul suo territorio fossero presenti solo due nativi della Cina infettati da coronavirus. Pertanto, secondo lui, le autorità russe dispongono di un vantaggio di tempo prezioso. Solo l’11 marzo, infatti, l’OMS ha annunciato ha dichiarato lo stato di emergenza pandemica per infezione da coronavirus.
Per quello che concerne la religione queste sono le parole del patriarca Kirill durante un sermone nella chiesa cattedrale del Santo Principe Igor Chernigovsky a Mosca il 22 marzo: “I credenti non dovrebbero soccombere alle chiamate a trascurare la preghiera per seguire le misure per prevenire la diffusione del coronavirus”.
Paola D’Onofrio – Clarissa Giacomini

«Sapete anche chi ha suggerito l’igiene personale e la quarantena durante la diffusione dell’epidemia?»: è questo l’interrogativo che la scorsa domenica ha fatto capolino su un articolo di al-Jazeera.
Lo stesso riprende gli hadith1 menzionati dal sociologo statunitense Concidine, usati con lo scopo di invogliare la popolazione a adottare una serie di misure pratiche per superare il coronavirus. È stato «Maometto, il Profeta dell’Islam che 1.400 anni fa quando non era per niente un esperto di epidemie mortali», a suggerire l’igiene personale e la quarantena durante l’epidemia come metodi più efficaci per circoscrivere il virus. «La pulizia è parte della fede» e i suoi consigli anticipano quelli, ormai noti a tutti, diffusi dall’OMS.
Al di là della fede, al-Jazeera rintraccia il successo della Cina di contenere il coronavirus nell’aver adottato misure necessarie dopo solo tre settimane dalla comparsa del virus a cui si aggiunge la scelta di non sminuirne la portata neanche di fronte alla paura di una possibile alterazione degli equilibri socioeconomici e, di conseguenza, causare panico tra la gente come, invece, fanno i leader arabi. Rispetto ad altri paesi, le autorità cinesi hanno fatto ricorso anche al GPS dei cellulari per monitorare i movimenti delle persone. Tali misure sono difficili da applicare soprattutto nei paesi democratici che godono della tutela dei dati personali. Una mancata azione ha portato a disastrose conseguenze. Emblematici, da un lato, il caso dei governi arabi dittatoriali che hanno investito miliardi in tecnologie per tracciare i movimenti dei cittadini, ma poi risparmiano quando si tratta di proteggerli dalle grinfie del virus e, in alcuni casi, continuano a negare in assoluto l’esistenza di vittime; dall’altro, vi è l’Italia che è caduta nella trappola del virus in quanto si credeva che il problema riguardasse esclusivamente la Cina. L’Italia non si è mossa in tempo e ciò è stato aggravato dal fatto che possieda l’aspettativa di vita più alta tra i paesi europei. L’Italia resta al centro dell’attenzione anche per una serie di fake news che dilagano sui siti arabi, smentite poi dalla rivista libanese an-Nahar.
Tra le tante, ve ne è una che coinvolge il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In una falsa traduzione di un suo tweet si legge: «l’Italia getta la spugna. Abbiamo completamente perso il controllo. L’epidemia ci sta uccidendo. Abbiamo esaurito tutte le soluzioni, tutto dipende dal cielo».
Gli arabi si sentono impotenti di fronte all’epidemia. In particolare, sul quotidiano al-Maal viene riportato il discorso tenuto dal Primo Ministro libanese Hassan Diab che riporta il numero dei contagiati, ora a 230. La mancanza di impegno dei cittadini è indice di una superficialità che ha portato il governo libanese a enfatizzare il ruolo dell’esercito e a imporre del coprifuoco. L’articolo si chiude con le parole del Primo Ministro: «Cari Libanesi, siamo in una fase molto difficile. Cerchiamo di ridurre le nostre perdite. Dio dice “Vi metteremo alla prova con la paura, la fame, la mancanza di beni, di denaro e di vittime. Ebbene, dà la buona novella a coloro che saranno azienti”».
Valentina Baldo – Roberta Elia

Prima Wuhan, capoluogo della provincia dello Hubei nonché originario epicentro del virus, e poi a seguire tutta la Cina, hanno dimostrato al mondo intero, che ci sono delle sfide che anche l’essere umano del terzo millennio non è capace di “vincere facile”.
In Cina, dopo due mesi dallo scoppio dei contagi, è una realtà diversa a palesarsi, ovvero quella di una nazione più unita che mai, la quale dopo aver messo in campo tutte le forze necessarie, si sta rialzando e sta lanciando al contempo un messaggio molto chiaro al mondo intero: “Si fa così, punto”. Da una situazione che sembrava irrisolvibile, la Cina è oramai a poche decine di chilometri dal traguardo.
La quotidianità di un tempo torna a regnare sovrana. Molti cittadini sono ritornati alla vita di prima, come quei milioni di abitanti dello Hubei che hanno fatto ritorno nelle loro città d’origine. A Qinghai, circa 144 tra università e scuole hanno riaperto i loro campus, mentre le fabbriche hanno ricominciato a funzionare nelle province a est del paese. Il turismo sta lentamente ripartendo nelle provincie dello Sichuan, Yunnan e Guizhou. Diversi esperti hanno affermato che il peggio sembra essere passato. Tuttavia, nonostante le severissime misure per contenere i contagi, non è da sottovalutare il rischio di una seconda ondata.
Secondo un rapporto dell’Unità Scientifica Militare del Dipartimento della Difesa di Stato Cinese, un vaccino anti-CoVid-19 “ha superato i test clinici”. In base alle stime ufficiali, servirebbero minimo 16 settimane di esperimenti affinché il vaccino possa essere impiegato. Non è mancato l’appello alla sanità cinese da parte del Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, che ha dichiarato: “Nonostante l’umanità abbia raggiunto livelli di sviluppo straordinari in tutti i settori, non bisogna considerare lo sviluppo scientifico e tecnologico come terminato. Anzi, bisogna rinnovare continuamente entrambi i settori”.
La comunità scientifica internazionale non possiede ancora gli strumenti necessari per comprendere a fondo la natura del virus, ad esempio se esso possa causare o meno danni permanenti al sistema respiratorio del paziente. Un primo passo che sicuramente sta dando già risultanti tangibili, è quello di poter già incrementare l’efficacia delle cure e sviluppare ulteriormente i dispositivi di diagnosi, mentre sono già in corso cure sperimentali a base di cellule staminali e anticorpi monoclonali.
Per quanto riguarda la situazione attuale degli ospedali cinesi, come riportano i dati della Commissione Nazionale della Salute Cinese, sono 504 le persone che vengono dimesse giornalmente, mentre il numero totale dei dimessi ammonta a 59.432. Anche i pazienti in gravi condizioni sembrano diminuire. Come afferma un rapporto pubblicato dalla Commissione Nazionale della Salute Cinese, i casi accertati, sin dall’inizio dell’epidemia, corrispondono attualmente a 81-054[2]. Stando alle cifre attuali, come dimostra lo stesso rapporto sopramenzionato, gli ultimi casi accertati sono perlopiù pazienti stranieri, la maggior parte dei quali di ritorno dai loro paesi verso la Cina.
Ecco i dati aggiornati (al 23/03/2020, escludendo i pazienti dimessi e i decessi): 106 casi a Pechino; 328 a Shanghai; 70 nel Guangdong; 11 nel Fujian; 4 nello Sichuan; 2 nello Jiangsu; 213 a Hong Kong; 10 a Macao; 139 a Taiwan.
Adesso, chiunque debba recarsi in Cina, è obbligato a trascorrere i 14 giorni di auto-isolamento presso strutture apposite e a spese proprie. Prima del famoso crollo dell’albergo per le quarantene a Quanzhou, infatti, le strutture messe a disposizione per chi si recasse in Cina erano gratuite (hotel a 2 stelle).
Fabrizio Ubbriaco


FONTI e SITOGRAFIA

Per la lingua PORTOGHESE
– https://eco.sapo.pt/2020/03/21/coronavirus-ja-fez-12-mortos-em-portugal-total-de-casos-confirmados-sobe-para-1-280/?fbclid=IwAR0VLpZt1qU0d1SshCdk6LvfCskzvpR1rDWRk3Q-dCNtneT-TyCBGm4DahA
– https://www.rtp.pt/noticias/mundo/covid-19-a-situacao-ao-minuto-em-portugal-e-no-mundo_e1213375?fbclid=IwAR1-i4wBp5WY4yl4H1LAr7EiAWV1URhRyGHvRn47s6jga14zRT6NAOqsxrE
– http://www.saude.sp.gov.br/resources/cve-centro-de-vigilancia-epidemiologica/areas-de-vigilancia/doencas-de-transmissao-respiratoria/coronavirus.html

Per la lingua INGLESE
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– J., Whitbourn, M. and Bourke, L., (2020). “Live Update”. The Sydney Morning Herald, Coronavirus Pandemic.
– Hinsliff, G. (17/03/2020). “We are at war with coronavirus. Everyone will have to muck in”. The Guardian. https://www.theguardian.com/commentisfree/2020/mar/17/we-are-at-war-coronavirus-pandemic
– Judd, B. (2020). “Here’s what the Federal Government’s second coronavirus stimulus package actually means for your wallet and Centre link payments”. ABC News, Coronavirus.Lawson, K., (2020). “Government closes borders to non-Australians”, The Canberra Times, Coronavirus.
– Rigby, B., (21/03/2020). “PM will be defined by his leadership as Britain enters its darkest hour”. Sky News. https://news.sky.com/story/pm-will-be-defined-by-his-leadership-as-britain-enters-its-darkest-hour-11961203
– Sky News Australia, (2020). “Jacinda Ardern announces COVID-19 alert system”, COVID-19.
– Giuffrida, A. (17/03/2020). “This is lik a war view from italy’s coronavirus frontline”. The Guardian, News. https://www.theguardian.com/world/2020/mar/17/this-is-like-a-war-view-from-italys-coronavirus-frontline
– The Guardian, (22/03/2020). “Coronavirus UK: how many confirmed cases are in your area?”. News. https://www.theguardian.com/world/2020/mar/22/coronavirus-uk-how-many-confirmed-cases-in-your-area
– The Telegraph, (21/03/2020). “Coronavirus school closures: what does it mean for exams – and which children can still go to school?”. https://www.telegraph.co.uk/news/0/coronavirus-school-closures-uk-exams-parents-still-go-school/
– Prime Minister of Australia, (2020). “Media Statement 20 March 2020”.
– Di Manno, Rosie. 2020. “‘Get ready’: a chilling message from the epicentre of Italy’s COVID-19 nightmare”. Opinion, The Star.
– Barry, Colleen & Bruno Luca. 2020. “Italy’s virus epicentre grapples with huge toll, some hidden”. The Star, Europe.
– Ballingal, Alex. 2020. “Self-isolate and practice social distancing or the government will force you to, Health Minister warns”. The Star, Politics, Federal Politics.
– Lemay Éric Yvan & Valeria Andrea. 2020. “COVID-19: 2 semaines qui ont marqué le Québec”. Le Journal de Montreal.
– Richer Jules. 2020. “500 000 travailleurs crient à l’aide”. Le Journal de Montréal.

Per la lingua SPAGNOLA
– “El País”, articolo del 23.03.2020
– “El País”, articolo del 22.03.2020
– Intervista a ragazzi spagnoli residenti a Cartagena, Murcia e Las Palmas de Gran Canaria
– “BBC News Mundo”, articolo del 22.03.2020

Per la lingua FRANCESE
– https://www.gouvernement.fr/info-coronavirus
– https://solidarites-sante.gouv.fr/soins-et-maladies/maladies/maladies-infectieuses/coronavirus/coronavirus-questions-reponses
– http://www.leparisien.fr/societe/sante/coronavirus-ce-qu-il-faut-savoir-sur-les-origines-de-la-pandemie-17-03-2020-8281749.php
– https://www.lefigaro.fr/sciences/coronavirus-bilan-symptomes-traitement-toutes-les-reponses-a-vos-questions-sur-l-epidemie-de-covid-19-20200312
– https://www.lefigaro.fr/flash-actu/coronavirus-l-italie-alerte-le-monde-sur-ce-qui-l-attend-20200319
– https://www.lacapitale.be/
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– https://www.rtl.be/info/belgique/index.htm
– https://www.rtbf.be/
– https://www.lemonde.fr/afrique/article/2020/03/20/coronavirus-mortalite-possible-de-10-et-infection-effrayante-des-soignants-en-afrique_6033822_3212.html
– https://fr.africanews.com/2020/03/22/coronavirus-le-point-de-la-situation-en-afrique-le-maroc-et-la-tunisie-touches/
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– https://www.lematin.ch/monde/italie-alerte-monde-lattend/story/16707593
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– https://www.lematin.ch/suisse/troupes-preparent-rejoindre-hopitaux/story/30672209
– https://www.lematin.ch/suisse/amendes-groupes-cinq-personnes/story/17575780
– https://www.letemps.ch/suisse/contre-coronavirus-discipline-suisse
– https://www.letemps.ch/suisse/coronavirus-un-plan-40-milliards
– https://www.letemps.ch/suisse/cantons-romands-prets-sevir-contre-regroupements-plus-cinq-personnes
– https://www.letemps.ch/suisse/dr-philippe-eggimann-medecins-generalistes-ont-besoin-directives
– https://www.rsi.ch/news/svizzera/Pronti-i-rimpatri-per-gli-svizzeri-12865598.html
– https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien/aktuelle-ausbrueche-epidemien/novel-cov/situation-schweiz-und-international.html

Per la lingua TEDESCA
– Mitteldeutscher Rundfunkt. (2020) Pressekonferenz von Angela Merkel. https://www.mdr.de/video/mdr-plus-videos/video-392268.html
– Tagesschau.de. (2020) https://www.tagesschau.de/multimedia/sendung/ts-36251.html
– Welt. (2020) https://www.welt.de/vermischtes/article206756761/Coronavirus-Ueber-600-neue-Tote-in-Italien-am-Montag.html

Per la lingua RUSSA
– https://ria.ru/20200322/1568965018.html
– https://www.vesti.ru/doc.html?id=3250119
– https://iz.ru/989973/2020-03-22/patriarkh-kirill-prizval-ne-prenebregat-merami-po-profilaktiktike-koronavirusa
– https://www.pravda.ru/politics/1482141-close2020/
– https://www.pravda.ru/world/1481598-itacovid19/

Per la lingua ARABA
– Quotidiano al-maal news (link: https://almalnews.com/%d9%84%d8%a8%d9%86%d8%a7%d9%86-%d9%8a%d9%82%d8%b1%d8%b1-%d8%ad%d8%b8%d8%b1-%d8%aa%d8%ac%d9%88%d9%84-%d8%b0%d8%a7%d8%aa%d9%8a-%d9%88%d9%8a%d8%a3%d9%85%d8%b1-%d9%82%d9%88%d8%a7%d8%aa-%d8%a7%d9%84%d8%a3/)
– Quotidiano an-nahar (link: https://www.annahar.com/article/1148179-%D8%A5%D9%8A%D8%B7%D8%A7%D9%84%D9%8A%D8%A7-%D8%A3%D8%B9%D9%84%D9%86%D8%AA-%D8%A7%D9%84%D8%A7%D8%B3%D8%AA%D8%B3%D9%84%D8%A7%D9%85-%D9%88%D9%85%D8%A7-%D8%AD%D9%82%D9%8A%D9%82%D8%A9-%D9%82%D9%88%D9%84-%D9%83%D9%88%D9%86%D8%AA%D9%8A-%D9%84%D9%82%D8%AF-%D9%81%D9%82%D8%AF%D9%86%D8%A7-%D8%A7%D9%84%D8%B3%D9%8A%D8%B7%D8%B1%D8%A9-factcheck
– Al-jazeera (link: http://mubasher.aljazeera.net/opinion/%D9%88%D8%B3%D8%A7%D8%A6%D9%84-%D8%B9%D9%85%D9%84%D9%8A%D8%A9-%D9%84%D9%84%D8%AA%D8%BA%D9%84%D8%A8-%D8%B9%D9%84%D9%89-%D9%81%D9%8A%D8%B1%D9%88%D8%B3-%D9%83%D9%88%D8%B1%D9%88%D9%86%D8%A7

Per la lingua CINESE http://www.nhc.gov.cn/xcs/yqtb/202003/be74d71b2f784cae917cc830f244caa9.shtml http://www.nhc.gov.cn/xcs/yqtb/202003/be74d71b2f784cae917cc830f244caa9.shtml http://www.nhc.gov.cn/xcs/yqtb/202003/be74d71b2f784cae917cc830f244caa9.shtml