La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
Brasile: se da un lato il Paese festeggia l’arrivo di 2 milioni di dosi del vaccino anti-Covid, dall’altro migliaia di manifestanti chiedono l’impeachment del presidente Bolsonaro. Dal Medio Oriente, purtroppo, nulla di positivo: la notizia di un attentato suicida a Baghdad nel mercato centrale si affianca a quella di un ulteriore raid aereo in Siria. L’Australia, causa contagi Covid, interrompe la “green zone travel bubble” con la Nuova Zelanda, sospendendo ben 72 voli.
EUROPA
In Spagna la Corte Superiore di Giustizia della Catalogna ritiene che le elezioni catalane del 14 febbraio debbano essere mantenute sia per il loro interesse pubblico sia per non cadere in una situazione di provvisorietà che altera il funzionamento democratico e il diritto fondamentale di voto, riporta Elpais.com. Lo stato di allarme non contempla la sospensione delle elezioni e le restrizioni approvate dai governi non impediscono la loro esecuzione. Solo nel caso in cui le misure contro la pandemia dovessero intensificarsi, il tribunale potrà cambiare idea. Madrid anticipa il coprifuoco alle 22:00 e la chiusura di hotel e altre strutture non essenziali alle 21:00, informa Elmundo.es. Le misure sono entrate in vigore il 25 gennaio e dureranno almeno due settimane. Quanto ai casi, venerdì 22 gennaio ne sono stati registrati 42.885 mentre i decessi contavano 400 persone. L’incidenza rimane incontrollata, si tratta infatti di 828 casi ogni 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni ed è, quindi, di primaria importanza l’accelerazione delle campagne di vaccinazione che verrà estesa a dentisti, al personale sanitario, dei centri di assistenza primaria, e agli over 80.
S.P.
Francia – Secondo quanto riportato dall’ultimo articolo de Le Parisien, sono stati segnalati diversi casi di “overdose” da vitamina D somministrata in eccessiva quantità dai genitori ai propri figli in qualità di metodo di prevenzione contro il Covid-19. Un precedente articolo dello stesso giornale risalente al 20 gennaio 2021, aveva riportato l’annuncio di 73 medici e di 6 associazioni sanitarie rivolto ai francesi al fine di incrementare l’assunzione di vitamina D in quanto rappresenta un’ottima misura preventiva nei confronti delle gravi forme d’infezione. Secondo i dati raccolti in quella data, circa il 50% della popolazione francese presentava un tasso insufficiente di vitamina D nel proprio corpo, soprattutto i soggetti a rischio di contrazione di forme gravi del Covid-19 e per i quali veniva raccomandato di assumerne una corposa quantità giornaliera. Nel suddetto articolo veniva citata anche la fonte de La Reveu Du Praticien in cui veniva specificato che assumere tale vitamina potesse rendere la popolazione meno “fragile” nei confronti dei sintomi causati da un’infezione da coronavirus soprattutto a livello dell’apparato respiratorio, ma che i dati relativi al suo effettivo ruolo preventivo nei confronti della contrazione del virus in sé erano ancora da verificare. Nei giorni successivi alla pubblicazione di questa notizia, in Francia è stato registrato un notevole aumento delle vendite d’integratori alimentari a base di vitamina D con conseguenti casi di ricovero di bambini per eccesso di consumo di tale sostanza. Lo stesso avvenimento aveva avuto luogo già l’anno scorso, quando sono stati riscontrati due casi gravi di bambini ricoverati per ipercalcemia: un eccessivo tasso di calcio presente nel sangue che avrebbe potuto depositarsi nei reni e provocare malfunzionamenti dell’organo in questione. I genitori dei bambini gli avevano somministrato degli integratori acquistati su internet in cui il tasso di vitamina D era di 10.000 UI per goccia mentre le dosi raccomandate secondo la convenzione dei Paesi europei sono pari a 400 IU al giorno per i bambini in buona salute d’età compresa fra lo 0 e i 18 anni e di 800 UI al giorno per la stessa fascia d’età per i bambini che presentano fattori di rischio. Questo mercoledì 27 gennaio, l’Agenzia di valutazione dei medicinali insieme a numerose società scientifiche e centri antiveleno hanno messo in guardia la popolazione francese sul consumo eccessivo di vitamina C da somministrare ai bambini di età compresa fra 0 e 18 anni e raccomandano di acquistarne solo ed esclusivamente nelle dosi prescritte dai medici competenti. Per prevenire ulteriori rischi, è stato chiesto inoltre al personale sanitario e ai genitori di ricorrere solo a medicinali contenenti Madrigale, Deltius o ZymaD mentre, per quanto riguarda gli integratori alimentari, è stato consigliato di non eccedere nelle quantità acquistate.
C.R.
Salgono i contagi e i decessi in Portogallo per Covid-19. Durante la giornata dello scorso venerdì il Paese ha registrato 234 morti in più e 13.987 nuovi positivi, 5983 dei quali provenienti dalla zona di Lisbona e Vale do Tejo, come riporta il Diário de Noticias. Un aumento vertiginoso, se comparato con l’inizio della pandemia. Il Paese ha registrato il suo primo necrologio il 16 marzo dello scorso anno e soltanto il 7 maggio scorso ha superato la soglia dei 1000 contagiati. Ciò che durante la scorsa primavera è successo nell’arco di un mese e mezzo si è verificato in meno di una settimana. Per far fronte agli effetti della nuova variante inglese del Sars-Cov-2, il Governo ha deciso di chiudere tutte le scuole a partire dal 22 gennaio scorso, ma senza la possibilità per gli studenti di poter seguire le lezioni a distanza. Secondo l’articolo del Diário de Noticias, durante una conferenza stampa il Ministro dell’Istruzione ha però affermato che questa modalità di insegnamento potrà essere presa nuovamente in considerazione una volta concluso l’attuale confinamento. Tra le molte persone che, a causa di questo virus inarrestabile, hanno perso la vita lo scorso weekend c’è anche l’attore Jorge Sousa Costa, uno dei pilastri dell’organizzazione culturale Novos Parodiantes. L’uomo si è spento il 23 gennaio all’età di 93 anni nell’ospedale di Santa Maria a Lisbona, nel quale era ricoverato nel reparto di terapia intensiva da cinque giorni, come riporta l’articolo del Correio da Manhã.
Malgrado l’emergenza sanitaria, il popolo portoghese non ha voluto mancare l’appuntamento alle elezioni presidenziali, tenutesi lo scorso 24 gennaio. Come mostrano le immagini dell’articolo dell’Expresso, molti uomini e donne dotati di mascherina si sono recati ai seggi elettorali per poter dare un contributo significativo al proprio Paese. Vince ancora una volta Marcelos Rebelo de Sousa, il quale ha ottenuto, secondo il Publico, il 60,7% dei voti. A seguire Ana Gomes, Partido Socialista (12,97%); André Ventura, Partito Chega (11,9%); João Fereira, Partido Comunista Português (4,32%); Marisa Matias, Bloco de Esquerda (3,95%); Tiago Mayan Gonçalves, Iniciativa Liberal (3,22 %) e Vitorio Silva, Partito RIR (2,94 %).
M.A.
In base a quanto emerge dal giornale The Indipendent, sembrerebbe che nel Regno Unito ci siano stati sei mesi di attesa “inacettabili” per l’approvazione della legge sull’ambiente. Nello specifico, il progetto di legge sull’ambiente – uno degli atti legislativi di punta di Boris Johnson – è stato ritardato di almeno sei mesi dopo che il governo ha esaurito il tempo per approvarlo nell’attuale sessione parlamentare. Martedì, il disegno di legge avrebbe dovuto iniziare la sua fase di riesame. Tuttavia, ciò non è successo perché ora è stato rinviato in primavera dal momento che il governo si sta dedicando alla crisi del coronavirus. La storica legislazione introdurrà, per la prima volta, un’ampia gamma di obiettivi legali destinati al ripristino dell’ambiente, i quali però, rientreranno in parlamento solo all’inizio della prossima sessione, ossia a maggio, e dovrebbero ricevere il Royal Assent con il quale entreranno in vigore solo entro l’autunno di quest’anno. Nel frattempo, i parlamentari dei partiti stanno sostenendo vari emendamenti del disegno di legge, relativi al miglioramento della qualità dell’aria, agli standard di importazione alimentare, alla protezione per le specie, alla rimozione della deforestazione dalle catene di approvvigionamento, alle regole sull’uso di pesticidi tossici e al permesso di pianificazione. Prima che il ritardo al disegno di legge fosse confermato, il segretario per l’ambiente del Labour Luke Pollard ha avvertito il governo di non respingerlo ulteriormente e ha espresso la sua discordia affermando: “La Gran Bretagna ospita i colloqui sul clima Cop26 ma invia messaggi sbagliati sull’approccio del governo alla crisi climatica. Non abbiamo bisogno di un governo che sia lento sull’ambiente, abbiamo bisogno piuttosto di un governo che riconosca l’urgenza della crisi e non vada indietro, come invece sta facendo revocando il divieto di pesticidi che uccidono le api”. Anche i gruppi di campagne ambientali e gli enti di beneficenza hanno reagito con disappunto al ritardo del disegno di legge. Sembrerebbe che questo ritardo rappresenti un governo la cui intenzione non è quella di far parte della leadership mondiale della crisi ambientale. Nonostante ciò, il compito dei ministri rimane quello di predisporre piani che riducano l’inquinamento, migliorino la biodiversità e arginino il flusso di rifiuti di plastica che si riversa successivamente sul nostro ambiente. Il capo della politica di Greenpeace UK, Rebecca Newsom, ha espresso tutto il suo disaccordo usando invece queste parole: “Più volte il governo ci disse che era necessaria un’azione urgente per ripristinare la natura, che avrebbe ricostruito più verde e che non possiamo permetterci di indietreggiare e ritardare. E allora a cosa si gioca ritardando di decenni il più importante atto legislativo ambientale?”. Secondo la Newsom, questo disegno di legge avrebbe dovuto lasciare il nostro ambiente in uno stato migliore per la prossima generazione, ma di questo passo sarà la prossima generazione a dover ripulire ciò che lasceremo.
A.B.
Il 21 gennaio il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha tenuto una riunione in videoconferenza con gli altri membri del governo sulle questioni economiche del Paese, riferisce il servizio stampa del Cremlino. Durante l’incontro il presidente, oltre a discutere dei risultati dello sviluppo socioeconomico russo nel 2020 e delle previsioni per il 2021, ha inoltre sottolineato che la recessione economica che ha interessato la Russia è stata inferiore a quella di molte altre economie sviluppate e in via di sviluppo e che una serie di indicatori sono persino tornati ai valori pre-epidemici. Il presidente ha indicato un notevole aumento del costo di alcuni gruppi di merci, soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi mondiali dei prodotti alimentari. Come obiettivo principale, si è posto il compito di raggiungere un completo ripristino del mercato di lavoro.
Sul ritorno ad una vita normale nel Paese ci sono alcune novità: a Mosca il lavoro a distanza e il lavoro a domicilio sono stati estesi fino al miglioramento significativo della soluzione epidemiologica, riporta Mskagency.ru. Lo ha annunciato il sindaco Sobjanin, che ha anche riferito la ripresa dei lavori di musei, biblioteche e altre istituzioni culturali a partire dal 22 gennaio, una bella notizia per il popolo della capitale. In più, anche i collegi, gli istituti di istruzione aggiuntive e le società sportive riprenderanno il lavoro a partire dalla stessa data. Resta sempre in vigore il regime domiciliare per i moscoviti over 65 e per i cittadini affetti da malattie croniche, i quali, dopo essere stati vaccinati, potranno riprendere a viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici, mentre le università manterranno la didattica a distanza fino al 6 febbraio 2021. In relazione alla vaccinazione del popolo russo, secondo quanto riportato da Russian.rt, coloro che si sono ammalati di Covid-19 dovrebbero essere vaccinati non prima dell’autunno 2021, quando dovrebbe terminare l’effetto dell’immunità naturale, così ha affermato il vicedirettore per la ricerca presso l’Istituto centrale di ricerca di epidemiologia di Rospotrebnadzor Aleksandr Gorelov. Inoltre, secondo Gorelov, nel Paese meno del 3% della popolazione ha contratto il coronavirus, riporta Gazeta.ru. Infine, il capo di Rospotrebnadzor Anna Popova ha affermato che è stata registrata una tendenza verso una diminuzione dell’incidenza, riferisce Iz.ru.
Per quanto riguarda notizie estere legate alla Russia, Gazeta.ru riferisce che la Corte Costituzionale della Moldova ha considerato incostituzionale la legge presentata dal Partito socialista, secondo la quale il russo ha lo status di lingua di comunicazione interetnica. Questa iniziativa è stata adottata nel dicembre 2020, ma la Corte costituzionale ha ritenuto inopportuno dare alla lingua russa uno status privilegiato rispetto alle altre lingue delle minoranze del Paese. La rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova, ha definito questa decisione profondamente deplorevole, secondo quanto riportato da Gazeta.ru. Il 22 gennaio il vice ministro degli Esteri russo Sergej Veršinin ha discusso per telefono con l’ambasciatore degli Stati Uniti in Russia John Sullivan sui cambiamenti climatici, sulla pandemia e altre questioni, riporta Iz.ru. L’ambasciatore ha informato della decisione dell’amministrazione Biden di rientrare nell’accordo di Parigi e dell’annullamento della decisione di ritirare gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I due hanno convenuto che sfide come il cambiamento climatico e la pandemia possono essere superate solo attraverso sforzi congiunti. Inoltre, secondo quanto riporta Gazeta.ru, l’amministrazione Biden è favorevole all’estensione per altri 5 anni del Trattato russo-americano sulle misure per diminuire gli arsenali di armi di distruzione di massa, come le armi nucleari (START). Russia e Ungheria hanno firmato un contratto per la fornitura del vaccino Sputnik V, ne dà notizia Russian.rt: ciò fa dell’Ungheria il primo Paese dell’Unione Europea a registrare il vaccino russo, che entro 3 mesi acquisterà due milioni di dosi. Il Ministro della Salute russo Muraško ha aggiunto che molti Paesi in tutto il mondo approvano attivamente l’uso del vaccino russo e che la cooperazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua.
Un avvenimento molto importante ha scosso il Paese questa settimana: Pravda.ru riferisce che sabato 23 gennaio si sono svolte delle manifestazioni a sostegno di Aleksej Naval’nyj in più di 60 città russe. Le proteste sono state annunciate dalla Fondazione anticorruzione durante la pubblicazione del documentario investigativo “Palace for Putin. The Story of the Biggest Bribe”. Il motivo delle proteste è la detenzione e l’arresto del politico dell’opposizione e le sue dichiarazioni sulla corruzione contro il presidente Putin. Le richieste di raduni sono state diffuse attraverso i social media, specialmente attraverso YouTube e TikTok. Durante le manifestazioni a Mosca sono state arrestate più di mille persone, riporta Gazeta.ru, ci sono stati dei feriti ma non decessi e, secondo la fonte, molti dei partecipanti erano giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Mosca ha accusato l’ambasciata americana in Russia di aver sostenuto le proteste non autorizzate del 23 gennaio. Come affermato dal Ministero degli Esteri russo, Washington ha incoraggiato azioni violente in cui sono coinvolti dei minori e, apparentemente, i giovani sono stati attirati da video falsi girati su TikTok, con titoli come “Oppositore brutalmente ucciso”, riferisce Vesti,ru. La missione diplomatica americana ha infatti pubblicato in precedenza sul suo sito web informazioni sui luoghi di raduno dei manifestanti e sul percorso di marcia. Come riporta Russian.rt, alcuni funzionari statunitensi hanno apertamente espresso la loro solidarietà ai partecipanti. Queste azioni dei diplomatici americani possono essere qualificate come interferenze dirette negli affari interni del Paese.
S.P.
MEDIO ORIENTE
All’alba di venerdì 22 gennaio, raid aerei si sono abbattuti su alcune postazioni militari appartenenti a milizie iraniane nonché a Hezbollah nelle vicinanze della città di Hama, in Siria, in quello che presto si è rivelato essere l’ennesimo bombardamento israeliano perpetrato nel Paese, il primo da quando è andato in scena il cambio di guardia alla Casa Bianca. Stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa SANA, vicina al governo siriano, l’attacco avrebbe ucciso 4 civili, tra cui due bambini, ferendone altri 4, oltre a sconquassare diverse abitazioni. Commentando l’accaduto, un membro dell’opposizione siriana, il generale Fateh Hassoun, ha affermato, in una dichiarazione ad al-Araby al-Jadeed, che Tel Aviv è piombata in uno stato di allerta permanente da quando Teheran ha installato forze ad essa fedeli praticamente alle soglie dello Stato d’Israele. Hassoun ha sottolineato che nonostante gli intensi attacchi contro i siti iraniani nella Siria meridionale e orientale, l’Iran ha aumentato le sue attività nel Paese alleato e ha rafforzato le sue capacità con notevoli impianti ingegneristici, insieme ad un sofisticato dispiegamento di armi. Pregnanti sono le dichiarazioni di Hassoun riguardo un presunto ruolo che la Russia potrebbe avere assunto nell’ambito dei recenti bombardamenti. Sebbene faccia dichiarazioni risentite, secondo Hassoun la Russia troverebbe conveniente l’offensiva di Israele al fine di stemperare la competizione iraniana per l’influenza in Siria. Da parte sua, Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence militare israeliana ora a capo dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, ha riferito dell’impegno di Israele contro la concentrazione iraniana in Siria, sgombrando inoltre il campo dalle ipotesi di analisti che considerano l’installazione di Biden come deterrente alle frizioni nel Vicino Oriente. Alla luce di ciò, con l’uscita di scena della politica trumpiana va profilandosi un ritorno al multilateralismo in cui le strategie e le alleanze instaurate negli ultimi anni sono ora chiamate ad una revisione. Sul fronte Iran, gli auspici caldeggiano una ripresa delle relazioni, così come è emerso dalla campagna elettorale democratica. Tuttavia, ciò non sancisce di fatto una soluzione di continuità rispetto alla passata amministrazione.
L.D.
Lunedì 18 gennaio, le due principali città del Libano sono state teatro di proteste divampate alla luce del deterioramento economico a cui il Paese è ormai esposto dall’inizio della pandemia. A Beirut, riferisce al-Arab, i manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro l’inefficienza delle istituzioni nell’arginare quello che in molti osano definire un collasso economico. Il Libano sta assistendo a una crisi economica e finanziaria senza precedenti, che ha portato ad alti tassi di povertà e disoccupazione. La pandemia ha se non altro inasprito le piaghe che il Paese reca da decenni, innescando un eccezionale calo del valore della sterlina libanese rispetto al dollaro, seguito da un’inflazione vischiosa che ha alimentato ulteriormente il deprezzamento della moneta. Per tre giorni consecutivi, le strade di Tripoli hanno assistito alle proteste di manifestanti in rivolta contro lo squilibrio economico, durante le quali sono scaturiti scontri con le forze di sicurezza. In Libano, la percentuale di rispetto delle procedure di contenimento è limitata, il che ha indotto le forze di sicurezza a intervenire più volte per emettere mandati di arresto nei confronti dei trasgressori. A Tripoli, considerata la città più povera del Libano con più della metà dei suoi residenti al di sotto della soglia di povertà, i commercianti dei mercati popolari hanno tenuto le saracinesche aperte nonostante l’ordinanza di chiusura. Fino all’8 febbraio in Libano si applica un rigoroso blocco generale, compreso un coprifuoco 24 ore su 24, alla luce di un rapido aumento del numero di contagi e morti dall’inizio dell’anno, dopo che il governo, malgrado gli avvertimenti del settore sanitario, aveva permesso ai locali pubblici di aprire i battenti prima di Natale e Capodanno, nel tentativo di rilanciare l’economia al collasso.
L.D.
Giovedì 21 gennaio, si è consumato a Baghdad, in Iraq, un cruento attentato suicida, avente come obiettivo un mercato del centro cittadino, nelle vicinanze di piazza Tayaran. L’attentato, commesso da due kamikaze, ha lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue, con un bilancio di circa 35 vittime civili e oltre 140 feriti, riferisce al-Quds al-Arabi. Il governo ha dichiarato che un uomo ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva tra commercianti e passanti nel cuore del mercato. Mentre molte persone, tra cui anche forze di polizie, si stavano radunando, l’altro attentatore si è fatto saltare in aria. Dopo anni di violenza settaria, gli attacchi suicidi nella capitale irachena erano diventati piuttosto rari: era il giugno del 2019 quando il centro di Baghdad fu colpito dall’ultimo attentato di questo di questo tipo. Il gesto è stato presto rivendicato dai miliziani del sedicente Stato Islamico il quale, sebbene sia stato grandemente mutilato durante il conflitto civile in Iraq, ha assunto in realtà negli anni una condotta assopita al fine di ridefinire il quadro interno ed esterno al proprio apparato e riorganizzare la jihad sul fronte siro-iracheno. Il portavoce del comandante in capo delle forze armate, il maggiore generale Yahya Rasul, ha riferito in un comunicato che il premier al-Kazemi ha emesso una serie di ordinanze volte a riassegnare le cariche in seno ai servizi di sicurezza, tra cui il licenziamento del viceministro per gli affari di intelligence Amer Saddam, e quello del direttore dell’antiterrorismo al ministero degli interni Abdul Fadil. Tuttavia, la gracile struttura dei servizi di sicurezza iracheni è lungi dall’essere sanata con una mera sostituzione di funzionari, fanno sapere diversi analisti. Non a caso figura tra i punti principali di risoluzione nell’agenda di al-Kazemi sul fronte interno. Solleva tuttavia una ventata di timori la strumentalizzazione politica della vicenda, la quale potrebbe essere sfruttata dalle varie fazioni settarie per accentuare il presunto bisogno di milizie autonome nelle varie aree instabili del Paese, scenario che l’attuale governo sta cercando seppur malamente di impedire. Venerdì, le forze antiterrorismo hanno lanciato una vasta operazione di sicurezza la quale avrà come obiettivo i governatori di al-Anbar e di Kirkuk, con la zona montuosa di Hamrin in qualità di osservato speciale.
L.D.
AMERICA
Dopo la scoperta avvenuta alla fine di dicembre di poter estrarre una sesta dose effettiva dalla fiala del vaccino Pfizer-BioNTech, negli Stati Uniti la Food and Drug Administration ha approvato la richiesta della casa farmaceutica di aggiornare in modo ufficiale il foglio illustrativo del vaccino, aumentando il numero di dosi ricavabili da ogni singola fiala. Secondo quanto riportato dal New York Times, Pfizer-BioNTech ha intenzione di considerare la sesta dose nell’accordo già stipulato per la consegna di 200 milioni di dosi entro la fine di luglio. Di conseguenza, fornirà agli Stati Uniti meno flaconcini rispetto a quanto previsto. Lo sfruttamento massimo delle sei dosi può avvenire soltanto con siringhe di precisione. Se quest’ultime, però, non fossero reperibili o utilizzabili, il governo americano rischierebbe di pagare dosi che verrebbero sprecate. A questo proposito, alcuni centri di vaccinazione lamentano l’insufficienza di attrezzature sanitarie per estrarre tutto il contenuto da ogni fiala. In alcuni Stati, infatti, i vaccini vengono ancora somministrati con siringhe standard, non riuscendo a ricavare la dose extra. McKesson, la società di distribuzione che ha firmato un contratto con il governo federale, ha inviato finora kit sufficienti a estrarre solo cinque dosi a fiala. L’azienda ha affermato che dalla scorsa settimana ha provveduto a spedirne di nuovi che permettono di ricavare la sesta dose.
I.N.
Per quanto riguarda l’America Latina, c’è molta preoccupazione per ciò che sta succedendo in Cile: come riporta Infobae.com, negli ultimi giorni sui social sono circolati numerosi video di atti di violenza, che secondo gli esperti sono dovuti per la maggior parte allo stress e all’aumento della povertà derivanti dalla pandemia. Tra i vari ordini e decreti che Joe Biden ha firmato nei sui primi giorni da presidente, c’è stato un importante provvedimento per la comunità spagnola degli Stati Uniti: il ritorno del portale in lingua spagnola del sito della Casa Bianca. Secondo quanto riportato da Bbc.com, l’ex presidente Donald Trump aveva deciso di eliminare questa versione, instaurata da George W. Bush per il riconoscimento dei più di 40 milioni di parlanti spagnoli del Paese.
Il Congresso dell’Honduras, a maggioranza conservatrice, giovedì 21 ha approvato una riforma della Costituzione per inasprire il divieto di aborto, in vigore dal 1982, nonostante le pressioni delle organizzazioni femministe e degli esperti delle Nazioni Unite. Secondo quanto riporta Infobae.com, la riforma “considera proibita e illegale la pratica di qualsiasi forma di interruzione della vita da parte della madre o di terzi”.
Il presidente dell’Argentina Alberto Fernández ha agito in linea con il suo discorso e con le decisioni prese dal suo governo. Secondo quanto riporta Diariodecuba.com, il presidente ha dato l’esempio ed è diventato il primo presidente latino-americano a rendere pubblica la sua vaccinazione.
S.P.
L’Avana si aspetta che il nuovo presidente americano ritiri rapidamente le sanzioni imposte a Cuba dall’ex presidente Donald Trump e che riprenda una politica di distensione, ha affermato Carlos Fernández de Cossío, massimo diplomatico presso il Ministero degli Affari Esteri. Le sanzioni di Trump servivano a rafforzare l’embargo commerciale contro il Paese, compresi i viaggi dagli Stati Uniti, riporta Diariodecuba.com.
S.P.
Il Porto Rico ha promulgato lo scorso lunedì lo stato di emergenza, in una decisione accolta con favore dalle organizzazioni per i diritti umani, per la violenza di genere e ha stabilito politiche pubbliche per prevenirla e aiutare le vittime scrive il DW. L’ordine esecutivo del governatore Pedro Pierluisi, annunciato domenica e promulgato lunedì, attua politiche pubbliche per combattere “un male che ha causato troppi danni per troppo tempo”, che è “basato sull’ignoranza” e non risponde al “moderno Porto Rico”. La dichiarazione di emergenza definisce la violenza di genere come una condotta che causa danni fisici, sessuali o psicologici a un’altra persona motivata da stereotipi di genere e ciò include minacce, aggressioni, abusi emotivi o psicologici, persecuzioni e isolamento. Inoltre, ha indicato che nel 2019 sono stati segnalati 7.021 casi di violenza domestica, su una popolazione di 3,2 milioni e, di questi, 5.896 si sono verificati contro le donne. L’Ordine Esecutivo 2021-13 contro la violenza sessista designa un comitato consultivo che raccomanderà e attuerà le politiche pubbliche, emetterà ordini di protezione e fornirà seguito e formerà le vittime che non hanno indipendenza economica, tra le altre misure. Il testo ordina anche lo sviluppo di un’applicazione per telefoni che consenta di chiedere aiuto alle autorità in modo che il messaggio sia nascosto, al fine di proteggere la vittima dal suo aggressore. L’America Latina e i Caraibi sono tra le regioni più pericolose per le donne. Negli ultimi anni, le organizzazioni per la difesa delle vittime della violenza di genere sono riuscite a rendere visibile il problema.
A.C.
Il presidente dell’Ecuador, Lenín Moreno, ha annunciato lo scorso lunedì che consegnerà diversi bonus alle persone più colpite dagli effetti economici della pandemia Covid-19, in particolare ai settori poveri e a coloro che hanno perso il lavoro, scrive il DW. Ha fatto riferimento a un “Unemployment Relief Bonus” di $ 500, che sarà consegnato a circa 570.000 famiglie nei primi mesi dell’anno e che cerca di compensare le persone che hanno perso il lavoro e che erano affiliate all’Ecuadorian Social Security Institute (IESS). Inoltre, ha indicato che saranno attivate due fasi aggiuntive del cosiddetto Family Protection Bonus, di $ 120, a beneficio di 480.000 famiglie ecuadoriane. In una prima fase le obbligazioni verranno consegnate nei primi giorni di febbraio a 238.000 famiglie, mentre la seconda fase si svolgerà a marzo per 242.000 famiglie. Il Governo ha precisato che queste obbligazioni potrebbero essere ottenute dai beneficiari attraverso il sistema finanziario pubblico e privato su scala nazionale. Inoltre, ha affermato che il governo reintegrerà 10.000 famiglie, che hanno smesso di pagare la Previdenza sociale rurale, e coprirà i pagamenti corrispondenti alla loro affiliazione durante i prossimi tre anni. Allo stesso modo, ha sottolineato che tra gennaio e marzo di quest’anno, 225.000 famiglie saranno incorporate nella rete di protezione sociale, che si aggiunge a un numero simile che è stato integrato tra lo scorso settembre e dicembre, che aumenterà la copertura del 50% in obbligazioni. e pensioni dirette di questo meccanismo per i più poveri.
A.C.
In Colombia, il ministro della Difesa Carlos Holmes Trujillo, è deceduto per una polmonite causata dal Covid-19 nelle prime ore di martedì, riporta il BBC News. Il 69enne Trujillo è stato uno dei funzionari più importanti del governo Iván Duque, con una lunga carriera politica ed è stto il primo alto funzionario vittima di virus in America Latina. La Colombia affronta la seconda ondata di pandemia con le Unità Intensive cittadine quasi piene, nuove rigorose quarantene e senza una data specifica per l’inizio della vaccinazione. Trujillo, ricoverato per due settimane presso l’ospedale militare di Bogotá, diventa una delle 51mila vittime che il virus ha lasciato nel Paese.
A.C.
L’Uruguay è in trattative con la Russia per acquisire dosi del vaccino Sputnik V e, sebbene ci siano ancora consultazioni tecnico-scientifiche da risolvere, Mosca ritiene di poter lavorare “con la migliore buona volontà” per fornire il prodotto al Paese sudamericano, scrive Infobae. Al momento l’Uruguay ha confermato l’acquisto di quasi 3,8 milioni di dosi di vaccini dai laboratori Pfizer e Sinovac, oltre a una riserva di 1,5 milioni dal Fondo Covax, creata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per garantire la distribuzione di inoculanti tra i Paesi a basso reddito. A partire da martedì, la nazione sudamericana ha somministrato circa 292.090 dosi di inoculante, secondo il conteggio in tempo reale dell’agenzia Bloomberg. Secondo il rapporto quotidiano del Sistema Nazionale di Emergenza (Sinae), l’Uruguay accumula 37.633 contagi, di cui 7.987 attivi, di cui 99 in terapia intensiva. Montevideo e Rivera sono ancora i dipartimenti più colpiti, sebbene questa domenica anche Durazno sia entrata nella zona rossa dell’indice di Harvard superando i 25 contagiati ogni 100.000 abitanti.
A.C.
L’uomo più ricco dell’America Latina, il messicano Carlos Slim, è risultato positivo al covid-19, riporta il BBC News. La notizia arriva il giorno dopo che il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, è stato contagiato dalla malattia. Il magnate e la sua famiglia, che controllano América Móvil, il più grande fornitore di telecomunicazioni del Messico, hanno una fortuna stimata di $ 52 miliardi, secondo l’elenco 2020 della rivista Forbes. Quella stessa pubblicazione afferma che il miliardario è nel gruppo di personaggi le cui società hanno più capitalizzato la pandemia. Il Messico sta attraversando il suo momento peggiore da quando la pandemia ha colpito il Paese lo scorso anno, gli ospedali della capitale sono affollati e il tasso di contagio non riesce a diminuire. Il presidente López Obrador ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Russia per l’invio di 24 milioni di dosi di vaccino Sputnik V nei prossimi due mesi, ma a breve termine le prospettive per molte famiglie messicane sembrano cupe, osserva il corrispondente.
A.C.
In Brasile, lo scorso 22 gennaio sono arrivate le tanto attese 2 milioni di dosi di vaccino anti-Covid, prodotto dall’Università di Oxford e dall’azienda biofarmaceutica AstraZeneca. Il carico è stato trasportato da un aereo della compagnia Emirates partito dall’India ed è giunto a destinazione (Aeroporto Internazionale Guarulhos, San Paolo) verso le 17.27 ora locale e, secondo quanto riportato nell’articolo del Jornal do Brasil, avrebbero potuto essere pronte per l’utilizzo già a partire dal 23 gennaio. Sempre nel fine settimana sono scoppiate alcune proteste contro l’attuale presidente Jair Bolsonaro. Migliaia e migliaia di manifestanti lo scorso sabato si sono riuniti in diverse città del Paese per chiedere l’impeachment del capo di Stato a causa del suo disinteresse nei confronti dell’emergenza sanitaria. La più espressiva è stata quella di Brasilia, come riportato nel Jornal do Brasil, in cui i manifestanti hanno bloccato il traffico con le proprie automobili. A questa iniziativa hanno partecipato, inoltre, alcuni rappresentati dell’opposizione, come ad esempio il PT (Partido dos Trabalhadores) e il PCdoB (Partido Comunista do Brasil).
M.A.
ASIA
Secondo quanto riportato dal giornale China Daily sembra che in Cina più di 253.000 bambini incustoditi abbiano ricevuto stipendi di sussistenza,i quali sono stati erogati prima della fine del 2020. I figli di genitori assenti o incapaci di offrire cure hanno ricevuto un sussidio mensile di 1.140 yuan (176 dollari). La nuova forma di tutela di questi minori è stata adottata dopo che 12 ministeri e dipartimenti (compreso il Ministero degli affari civili) hanno pubblicato l’avviso in merito al rafforzamento della protezione dei bambini incustoditi che è entrato in vigore a gennaio dello scorso anno. Inoltre, è emerso che i bambini sono stati inseriti anche in un piano di sostegno all’istruzione, il quale assicura loro il sostegno finanziario da parte del governo locale anche dopo essere entrati all’università. Nello specifico, le statistiche del sistema nazionale di informazione sul benessere dei bambini hanno mostrato che circa il 45% dei minori incustoditi aveva perso un genitore, mentre l’altro genitore era gravemente disabile o disperso. Circa il 27% aveva una coppia di genitori gravemente disabili, mentre l’8% aveva un genitore in prigione. Recentemente anche altri due tipi di bambini hanno avuto accesso ad assistenza e cure da parte del governo: quelli i cui genitori hanno perso le responsabilità da tutore e quelli i cui genitori sono stati deportati in altri Paesi. Inoltre, il ministero ha prestato attenzione anche ai bambini che hanno perso i genitori a causa dell’epidemia di Covid-19. Nel frattempo, la Cina sta chiedendo ai propri cittadini di prestare attenzione agli adolescenti che si trovano in situazioni di emergenza e di aiutarli a superare le situazioni più pericolose.
Cambiando argomento, secondo quanto affermato da funzionari ed esperti cinesi e in base a quanto emerso dal China Daily, sembrerebbe che la Cina abbia avviato un programma di protezione civile che prevede di rafforzare la protezione delle risorse forestali nel lungo termine. Nello specifico, i responsabili forestali dovranno definire gli obiettivi del programma tenendo conto di aspetti quali la copertura forestale, il volume delle scorte forestali e il trattamento della desertificazione del suolo. Tra i compiti chiave emerge la necessità di proteggere le risorse forestali e i pascoli al fine di accelerare il ripristino ecologico. Nel documento politico di riferimento è stata enfatizzata la necessità di attuare il divieto di disboscamento commerciale su tutta la linea. Il Paese andrà avanti con la sua iniziativa di rimboschimento su larga scala e aumenterà gli sforzi per prevenire e controllare i rischi biologici, incluso il controllo dei parassiti che potrebbero influenzare le risorse delle foreste. Nel frattempo, il Paese ha anche fissato l’obiettivo di aumentare la sua percentuale di copertura forestale dal 22,96% (ottenuta nel 2020) al 26% raggiungibile entro il 2035. La Cina ha iniziato ad attuare piani d’azione che prevedessero il ripristino forestale in maniera sperimentale già dal 2017. Finora, 23 regioni provinciali, comprese le province di Anhui e Jiangxi, hanno già portato a termine il programma di prova, il quale ha fornito le basi per l’attuazione a livello nazionale. Gli esperti hanno inoltre sottolineato l’importanza di questa iniziativa ambientale relativamente all’emissione di carbonio. Arshad Ali, professore di ecologia della Nanjing Forestry University, afferma: “Non c’è dubbio, la piena implementazione del sistema forestale migliorerà sicuramente le condizioni ecologiche e ridurrà le emissioni di carbonio nell’ambiente. La piena implementazione del meccanismo rafforzerà notevolmente il rapporto tra la leadership forestale e governativa e porterà sicuramente a un meccanismo di lavoro migliore, il quale, a sua volta, rafforzerà la procedura di monitoraggio del governo”. Dunque, l’implementazione su tutta la linea del sistema forestale contribuirà ad aumentare ulteriormente il volume e la copertura dello stock forestale, ponendo così una base istituzionale per lo sviluppo sostenibile della nazione e la transizione verso un modello di crescita più sano ed ecologico.
Secondo il China Daily, la Cina sta diventando un centro internazionale per l’istruzione e la ricerca. Pechino sembra essere destinata a diventare uno dei principali hub mondiali per la ricerca scientifica di frontiera entro il 2035. La capitale dedicherà più pianificazione e risorse ai settori all’avanguardia, tra questi emerge il settore della tecnologia dell’informazione quantistica, l’intelligenza artificiale, le scienze della salute e la produzione di circuiti integrati. Quest’anno, la capitale prevede di costruire altre 6.000 stazioni 5G, una rete di infrastruttura digitale basata sulla tecnologia blockchain e nuove piattaforme di servizio per l’intelligenza artificiale. Inoltre, Pechino intensificherà anche gli sforzi per attrarre talenti di qualità provenienti da tutto il mondo attraverso la creazione di comunità, scuole e ospedali dallo stile internazionale con il fine di facilitare il processo di adattamento delle risorse straniere. Pechino istituirà anche più istituti di ricerca scientifica e tecnologica di livello mondiale e si integrerà in modo proattivo con la rete di innovazione globale. Lu Meng, viceministro della scienza e della tecnologia, ha affermato: “Pechino diventerà un centro globale di scienza, tecnologia e innovazione e sarà un pilastro strategico che permetterà di incrementare la trasformazione della Cina in una potenza scientifica. La nostra nazione potrà raggiungere il suo obiettivo di autosufficienza nella scienza e nella tecnologia”. Ricordiamo inoltre che Pechino è una delle regioni più intraprendenti e innovative della Cina e che ospita oltre 90 università, 1.000 istituti di ricerca e quasi 30.000 aziende high-tech a livello statale.
A.B.
OCEANIA
Il coronavirus non rallenta la sua corsa neanche in Australia, che ha sospeso per almeno 72 ore i voli provenienti dalla Nuova Zelanda. Come si legge nell’articolo pubblicato da Sky News Australia, il Paese ha deciso di interrompere per almeno tre giorni la “green zone travel bubble”, il “corridoio” di viaggio attivo tra i due Paesi, dopo che un caso della variante sudafricana del virus è stato registrato in Nuova Zelanda. Il governo ha ricevuto la segnalazione dall’Australian Health Protection Principal Committee e ha attivato immediate misure di protezione. Nella giornata di lunedì, il Ministro della Salute australiano Greg Hunt ha annunciato che il provvedimento è stato preso come forma di cautela, in attesa di capire se il virus si sia già diffuso nel Paese. Il governo australiano, dunque, invita chiunque abbia un volo programmato dalla Nuova Zelanda all’Australia nelle prossime 72 ore a riconsiderare la necessità di viaggiare. Al loro ingresso in Australia, infatti, verrà richiesto ai passeggeri di trascorrere un periodo di quarantena in hotel, da un minimo di 72 ore ad un massimo di 14 giorni, e di sottoporsi a un tampone. Coloro che invece sono arrivati in Australia dal 14 gennaio dovranno mettersi in isolamento, sottoporsi al tampone e, finché quest’ultimo non risulterà negativo, dovranno rimanere in quarantena. La Prima Ministra neozelandese Jacinda Ardern, come riporta ancora Sky News Australia, ha espresso il suo disappunto, affermando che queste misure sarebbero dovute essere stabilite con più anticipo e che certe situazioni potrebbero essere gestite in maniera migliore a livello nazionale, senza intaccare le relazioni fra i due Stati.
I.N.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Irene Naldini (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Marta Aggio (lingua portoghese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Simona Piergiacomo (lingua spagnola)
Chiara Roberto (lingua francese)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)