Still into Paramore
Oggi voglio provare a trasmettervi anche solo in minima parte il mio amore per questo gruppo. I Paramore sono stati e sono tutt’ora per me, quell’artista che ti accompagna nel corso di molti anni, col quale cresci e la cui musica rimarrà per sempre impressa nella tua memoria e nel tuo cuore. La me tredicenne si è aggrappata alla loro musica e in fin dei conti non ha mai smesso di tenergli la mano.
Nati ufficialmente nel 2004, negli anni hanno continuato a mutare nella formazione, nel sound, con la costante di cercare di esprimere il più sinceramente possibile il loro mood attuale attraverso la loro musica.
Ho scelto alcuni versi per analizzarli brevemente, anche se sono convinta che i testi non degni di nota di questa band siano veramente pochi.
Still Into You – Paramore
“It’s not a walk in the park to love eachother”
Se ignoriamo il matrimonio successivamente fallito, questa è di diritto una bellissima canzone d’amore, ballabile, allegra e non melensa seppur dolce. Forse questo verso poteva essere un presagio dell’amore imperfetto che sarebbe mutato fino a diventare rifiuto, in ogni caso l’ho scelto perché possiamo trovarvi l’opposto del nostro “facile come bere un bicchier d’acqua”; infatti la versione inglese è negativa e se vogliamo leggermente più poetica, dato che non si tratta di una similitudine vista l’assenza del “come” ma di una metafora.
Playing God – Brand New Eyes
“Next time you point a finger
I might have to bend it back
Or break it break it off
Next time you point a finger
I’ll point you to the mirror”
Ecco una delle mie canzoni preferite di quest’album, anche se fa un po’ ridere dato che ogni volta che lo dico, la canzone preferita è sempre diversa. “To point a finger” funziona proprio come in italiano, “puntare il dito”, che si rifà ovviamente all’azione fisica ma quasi mai si punta effettivamente il dito quando si sta accusando qualcuno di qualcosa.
È interessante vedere come nella canzone, il metaforico dito puntato diventa più che reale quando la cantante minaccia di piegarlo o staccarlo. Dopo la rabbia espressa verso chi accusa spesso ingiustamente, chi giudica, “point” cambia leggermente di significato ed è ora utilizzato per indirizzare tali esseri iper giudicanti verso uno specchio, nel quale potrebbero non fare fatica a trovare altrettanti difetti.
Ain’t It Fun – Paramore
“I don’t mind
Letting you down easy but just give it time
If it don’t hurt now then just wait just wait a while
You’re not the big fish in the pond no more
You are what they’re feeding on”
Tra le loro canzoni globalmente più famose e che gli è valsa un Grammy, c’è proprio lei. Una critica ironica e giocosa al mondo reale, in cui tutto dovrebbe essere divertente ma ti accorgi, crescendo, che non è poi così facile come te l’hanno raccontata. “To let someone down easy” vuol dire dare una brutta notizia nel modo meno doloroso possibile, cosa che Hayley, la front, non ha problemi a fare; avvisa però che sarà solo questione di tempo prima che la notizia arrivi in tutta la sua negatività. Il tempo è passato e, ahimè, non si è più il pezzo grosso, colui che comanda “the big fish in the pond” (“il pesce grosso dello stagno”). Al contrario, da “pesce grosso e importante” si è sì rimasti dei pesci, forse, ma stavolta questo pesce è una preda alla mercé di tutti.
Silvia Costa