Cinecittà si mostra
Ciao a tutti! Oggi vi racconto della giornata che abbiamo passato a Cinecittà!
Appena entrate abbiamo visitato due sale in cui ci siamo immerse nella storia del cinema grazie a immagini, suoni, ricostruzioni e costumi di scena, sia di film datati che recenti.
La prima ricostruzione che si vede è quella del Cinema Fulgor di Rimini, il luogo “felliniano” per eccellenza, in cui il famoso regista vide i primi film e che fu ricostruito nel 1972 a Cinecittà per le riprese di Amarcord. Il cinema è in stile hollywoodiano anni ’30 ed è caratterizzato sia da materiali tipici di scenografia, sia da veri e propri interventi artistici come, ad esempio, lo stucco veneziano per le pareti.
Poi siamo entrate nella “casa di piacere” che Dante Ferretti dedicò al film “La città delle donne”. Riunendo visioni, sequenze e personaggi del film si è ottenuto un “bordello lunapark” con uno scivolo di velluto e luci da giostra.
Alla fine del percorso, invece, si entra in un sommergibile! Ovviamente si tratta sempre di una ricostruzione, realizzata per il film “The Plot”, ispirato a un fatto realmente accaduto durante la seconda guerra mondiale.
Si prosegue poi con il racconto della storia di Cinecittà.
Voluta da Mussolini e progettata dall’architetto Gino Peressutti, la città del cinema venne costruita in soli 13 mesi in piena campagna, nell’Agro Romano. La sua architettura dalle forme semplici e squadrate si ispirava soprattutto alle forme delle navi e rappresentava l’unione tra classicità storica e modernità.
Con lo slogan “Il cinema è l’arma più forte”, Cinecittà permise la produzione di 279 film tra il 1937 e il 1943: si trattava di commedie, film di propaganda politica e di guerra, film storici e in costume, trasposizioni di opere liriche e letterarie, drammi.
Questa nuova realtà diede lavoro a 1200 persone e creò i “divi italiani” come Amedeo Nazzari o le sorelle Mariella e Carola Lotti. L’ispirazione veniva sempre da Hollywood e, infatti, per alcuni film vennero sostenute spese davvero ingenti.
Ma cosa rappresentava veramente Cinecittà? Era la fabbrica italiana del consenso e dei sogni, l’utopia, il miraggio, l’ambizione di ragazzi e ragazze di provincia.
La finzione di Cinecittà si spense con la seconda guerra mondiale e, dopo la liberazione degli Alleati, cominciò il periodo del Neorealismo con Roma città aperta di Rossellini e i film venivano girati nella realtà, in esterni e appartamenti. Con i film neorealisti si volevano mostrare le città e le campagne bombardate, i sentimenti feriti degli italiani e poi la ricostruzione, l’industrializzazione e il miracolo economico.
Tra il 1950 e il 1965 vennero girati ben 27 film americani a Cinecittà e a Roma come Quo Vadis?, Cleopatra e Vacanze romane, i cosiddetti “kolossal”, e i film ispirati a Ercole, Golia, Sansone e alla romanità.
Dal 1955 Anna Magnani e Sophia Loren, impegnate ne La Rosa tatuata e La ciociara, diventarono delle dive a tutti gli effetti, insieme a Gina Lollobrigida, Silvana Mangano e Monica Vitti.
Negli anni ’60 il cinema diventò più veloce e si susseguirono rivoluzioni nel costume e nei gusti fino agli anni ’90. I film raccontavano desideri e storie di libertà: “Il Gattopardo”, “Otto e mezzo”, “Le mani sulla città”, “Il sorpasso”.
Dagli anni ’60 agli anni ’80 vennero prodotti ben 600 film e ci fu il debutto di tantissimi personaggi come Pasolini, Petri, Montaldo, Nanni Moretti e Carlo Verdone. In questo periodo si visse il cambiamento del cinema e anche oggi, con la tecnologia, Cinecittà è in continuo aggiornamento.
Successivamente abbiamo fatto un tour delle scenografie con una guida. Siamo state catapultate nella Roma antica e in altri luoghi magici che sono stati ricostruiti nel minimo dettaglio, tanto da sembrare quasi veri.
È stata una bellissima esperienza che consigliamo a tutti gli amanti del cinema!
Chiara Della Rocca