Squid Game
Mes amis,
Cari lettori -e lettrici-, ça va?
Incominciamo questo nuovo anno di pubblicazioni recensendo una delle serie TV che ha creato più hype nelle ultime settimane… Esatto, sto parlando proprio di “Squid Game”!
Lo so, lo so, ormai ne dovreste aver sentito parlare ovunque, la mia recensione potrebbe risultare addirittura datata, ma a mia discolpa posso dire che è da un po’ che avevo deciso di parlare proprio di questa serie TV -da prima che sui social spopolassero i vari video delle prove da affrontare-, ma ho dovuto aspettare di avere occasione di parlarvene.
Partiamo da alcuni dettagli tecnici. “Squid Game” è una serie TV sudcoreana di produzione Netflix, ideata e realizzata da Hwang Dong-hyuk -vincitore di numeri premi, tra cui lo Student Emmy Award-, con protagonista Lee Jung-jae, noto attore che ha recitato in vari drama coreani. E d’altronde proprio con il k-drama “Squid Game” Lee Jung-jae ha raggiunto la fama internazionale. Il drama coreano è un genere che sta spopolando a livello internazionale, un po’ come il k-pop, proprio sull’onda della popolarità che il Sud Corea che ha conosciuto negli anni. Si tratta di un genere che ricopre diverse tematiche -spesso storiche o sociali-, la cui storia spesso è ideata e realizzata dalla stessa persona, proprio come nel caso di “Squid Game” dove Hwang Dong-hyuk è sia creatore che regista.
Ma, mes amis, veniamo a noi. Sono sicura che buona parte di voi abbia già avuto modo di vedere la serie TV e farsi una propria idea, mentre per tutti coloro che si sono ritrovati bombardati di contenuti riguardanti “Squid Game” ma che ancora non si sono decisi a guardarlo, sono qui apposta per rispondere ai vostri dubbi. Capita spesso infatti -e qui non mi dilungo a fare nomi- che si venga a creare un certo hype intorno a una nuova serie, un nuovo film, ecc, ma che purtroppo finiamo per rimanerne delusi. È questo il caso? Bon mes amis, posso dirvi che “Squid Game” è all’altezza delle aspettative, e riuscirà a tenervi incollati allo schermo.
Un consiglio: “Squid Game” non è stato doppiato in italiano, pertanto vi consiglio di guardarlo direttamente in coreano con i sottotitoli italiani, ed evitare completamente il doppiaggio inglese -che oltre ad essere fatto male, a quanto pare ha anche tradotto in maniera approssimativa alcuni passaggi fondamentali-. Apprezzerete in questo modo anche la musicalità della lingua coreana, che dona quel tocco in più al drama, rendendo il tutto ancora più scenico. Capisco che alcuni di voi potrebbero non essere abituati a leggere i sottotitoli durante la visione di un film, ma una volta fatta l’abitudine non ve ne pentirete, giuro!
La trama di base di per sé è semplice -seppur d’effetto-, ma saranno le storie dei singoli personaggi e la loro crescita personale ad appassionarvi. Badate bene, affezionarsi ai personaggi è un’arma a doppio taglio: si tratta pur sempre di un dramma mes amis, e come succede spesso nei drammi, la vita dei personaggi è appesa ad un filo, quindi potreste rimanere col cuoricino spezzato… spettatore avvisato, mezzo salvato! Hwang Dong-hyuk ha dichiarato di essere a lavoro su questo progetto già dal 2008, e la cura con cui ha sviluppato i vari personaggi, inserendo alcune chicche che, se colte, donano ancora più carattere alla storia.
In conclusione, mes amis, ci troviamo davanti ad una serie TV che ha meritatamente riscosso successo e, in attesa che venga confermata la seconda stagione, vi consiglio di correre a farvi una maratona di “Squid Game”!
À bientôt mes amis,
Emanuela Batir