La rassegna stampa internazionale dell’UNINT sul COVID-19
Se fino a pochi mesi fa il Presidente della Repubblica Federale del Brasile Jair
Bolsonaro sosteneva l’immunità del Paese dal Covid-19 dichiarandolo pronto ad
affrontare “un’influenza da poco”, ad oggi la situazione è tutt’altro che sotto
controllo. Nonostante ciò Bolsonarocontinua a sembrare impassibile alla
pandemia.
In data 17 maggio, stando ai dati del Ministro della Salute, il Brasile ha
registrato il maggior numero di casi giornalieri: quasi 15.000 per un totale di
234.000 contagi e 15.662 decessi. Il Brasile è così diventato il quarto paese
per numero di contagi, superando Germania, Francia, Spagna e Italia e seguendo
Stati Uniti, Russia e Regno Unito.
Lo Stato di São Paulo continua a essere quello più colpito, con circa ¼ dei casi totali. Seguono gli stati di Ceará e Rio de Janeiro. Sono 89.000 i pazienti guariti e 109.000 quelli sotto osservazione. Mato Grosso do Sul e Mato Grosso sono gli unici due Stati federati a non aver ancora superato i 900 casi.
In base al giornale O Globo, da un’indagine realizzata da alcuni medici nel periodo compreso tra il 30 marzo e il 6 maggio, emergono più di duemila denunce di dottori che segnalano la mancanza di test diagnostici e l’assenza di mascherine, guanti, gel igienizzati e camici. Come se tutto ciò non bastasse, oltre alla crisi sanitaria e sociale sono iniziate anche le prime controversie politiche interne. Un esempio è il caso dell’ex Ministro della Salute Luiz Henrique Mandetta che lo scorso 16 aprile diede le proprie dimissioni per “incompatibilità’” con Bolsonaro. Il Presidente della Repubblica ha recentemente fatto un appello ai governatori chiedendo di abbandonare le misure di sicurezza da loro prese. Al momento sono tre le zone metropolitane in lockdown (São Luís, Belém e Fortaleza) ma anche Rio de Janeiro è pronto ad adottare misure di restrizione maggiori.
Il Presidente brasiliano sembra
(inverosimilmente) ancora molto critico e restio a queste misure di isolamento
e si oppone alla decisione dei governatori di chiudere le attività e i servizi.
A detta del Presidente, il lockdown è una decisione esagerata che porterebbe il
Paese a una situazione di miseria simile a quella dei paesi dell’Africa
subsahariana. Bolsonaro dichiara:
«Il Paese è sul punto di rottura e riprendersi da questa crisi sarà
impossibile. Il nostro destino sarà vivere in un Paese di miserabili, proprio
come alcuni paesi africani. Noi, invece, dobbiamo avere il coraggio di
affrontare il virus. Delle persone stanno morendo? Mi dispiace moltissimo ma
sarà ancora peggio, e molto peggio, se l’economia continuerà ad essere
devastata a causa di queste misure. Dobbiamo aprire di nuovo o soffriremo la
fame e la fame uccide» aggiunge Bolsonaro. «Questo è un appello che faccio a
tutti i governatori al fine di rivedere la loro politica. Io sono pronto al
dialogo».
L’ex Presidente della Repubblica Lula da Silva ha recentemente dichiarato in un’intervista che sta pregando affinché il popolo scappi da questo genocidio di responsabilità causato da Bolsonaro. «Il Governo sta trasformando in nemici quelle persone che si preoccupano seriamente del coronavirus» aggiunge Lula in risposta agli attacchi di Bolsonaro, il quale sembrerebbe più preoccupato per le nuove misure di distanziamento sociale e il loro impatto sull’economia.
Giulia Arresta
In alcuni stati Australiani, nello scorso weekend è iniziata la nuova fase proposta dal governo, che prevede la riapertura di bar, pub, ristoranti e luoghi di culto con un massimo di dieci persone alla volta. Ad oggi, il numero di casi totali ha superato i 7000 e le vittime arrivano a 99. L’economia è stata ulteriormente colpita, oltre che dall’aumento della disoccupazione, anche dagli scioperi commerciali della Cina dell’ultima settimana, che sono costati all’Australia circa 1 miliardo di dollari in carne e orzo. Ciò continua ad accrescere le tensioni tra i due paesi, nate dopo la richiesta dell’Australia di indagare sulla gestione della pandemia in Cina. All’Assemblea Mondiale della Sanità, l’organo sovrano dell’OMS, più dei due terzi dei membri ha votato a favore di questa richiesta australiana.
Nel Regno Unito è in atto una vera e propria protesta contro il lockdown. Alcuni ritengono che questo virus non sia altro che un fake pensato per dare libero sfogo alla tirannia. Sono stati riscontrati pareri contrastanti riguardo alla riapertura delle scuole e anche per quanto riguarda lo sport, i primi allentamenti sono stati fissati per il 1° giugno, ma ancora niente di certo: saranno consentiti eventi culturali e sportivi a porte chiuse. La premessa imprescindibile per la ripresa resta la diminuzione dei numeri dei contagiati.
La Repubblica d’Irlanda si è avviata verso una nuova fase, una svolta importante in questa lotta al virus, ma il Ministro della Salute, Simon Harris, ha invitato gli irlandesi ad adottare un approccio comune di buon senso. Sono state riaperte aziende agricole, cantieri e altri negozi all’ingrosso e sarà possibile vedere, mantenendo sempre le distanze, gli amici. Dal punto di vista economico, l’impatto sul trasporto aereo è stato devastante, si stima una perdita del 90%. Inoltre, per quanto riguarda il settore agricolo, essenziale per l’isola, è stato registrato un crollo nell’esportazione di latte e carne; inoltre, domenica scorsa, sono stati confermati focolai di Covid-19 in 15 mattatoi.
Gli Stati Uniti stanno ancora affrontando il picco di contagi e morti da Covid-19, ma il presidente Donald Trump ha accelerato le riaperture, sottolineando come sia necessario ripartire con o senza un vaccino, e ha incitato le maggiori case farmaceutiche a velocizzare le sperimentazioni per avere un farmaco o un vaccino disponibile entro la fine dell’anno. I problemi maggiori restano, tuttavia, la recessione e la disoccupazione. Gli studi hanno mostrato che le più colpite sono state le donne, in particolare quelle afroamericane, e che in aprile la metà dei licenziamenti ha riguardato principalmente le donne.
In Nuova Zelanda, il primo ministro laburista Jacinda Ardern è la donna più popolare del paese. A confermarlo sono i sondaggi politici che collocano il suo partito in netto vantaggio rispetto all’opposizione. Sembra che il motivo di ciò sia riconducibile a come la premier ha gestito l’emergenza da Covid-19, ribaltando tutte le previsioni politiche. Il leader dell’opposizione Bridges, tuttavia, ribadisce che è sicuro di poter guidare i nazionalisti, nonostante abbia perso più della metà dei sostenitori. Assieme al raggiungimento del livello di contagio “zero”, arriva anche l’app per il contact tracing chiamata “Digital Diary” e servirà a tenere traccia degli spostamenti tramite codice QR.
In Canada, il premier Trudeau ha annunciato sabato che il Centro di vaccionologia dell’Università di Dalhousie, in Nuova Scozia, sta lavorando per mettere a punto un vaccino contro il Covid-19 e il Consiglio Nazionale di Ricerca Canadese (CNRC) sta collaborando con gli scienziati. In caso di esiti positivi, si sta considerando una distribuzione graduale del vaccino nel paese. Questa settimana il CNRC ha anche annunciato una collaborazione con la casa farmaceutica cinese CanSinoBIO, che ha recentemente ricevuto l’approvazione dal governo cinese per i test del vaccino sugli umani.
Lucia Capriglione, Claudia Cesetti, Oriana D’Agostino, Diana Fagiolo, Laura Forcella, Stefano Mazzagatti, Emanuele Spina
Così come in Italia, anche in Germania il 18 maggio è stata la data in cui hanno avuto luogo importanti riaperture di alcune attività in tutti i Länder. Le differenziazioni a livello regionale sono molte e le riaperture sono avvenute sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie che si occupano del monitoraggio della curva epidemiologica. Di particolare interesse è il caso della gastronomia in Baviera, uno dei Länder più colpiti dalla pandemia. Anche qui a partire dal 18 maggio è stata permessa la riapertura al pubblico dei ristoranti, privilegiando l’utilizzo di spazi esterni e attenendosi alle disposizioni sanitarie. Ma non sono mancate le eccezioni: i bar non hanno avuto ancora il via libera mentre i famosi “Biergarten” apriranno i battenti al pubblico, poiché all’aperto e quindi in grado di garantire il distanziamento sociale fra clienti. Si procederà soprattutto per prenotazione e sarà obbligatorio l’uso di mascherine, mentre i ristoranti dovranno mettere a disposizione dei dispenser di gel disinfettante e possibilmente un menù online in modo da evitare l’uso del menù cartaceo.
L’inizio della fase due non ha riguardato solo il settore della gastronomia, ma anche quello sportivo: lo scorso sabato sono scese in campo, per la prima volta dallo stop forzato dei primi di marzo, tutte le squadre della Bundesliga. La ripresa è stata oggetto di discussione per svariate settimane e il protocollo è dovuto passare al vaglio degli esperti più volte, poiché spesso venivano evidenziate criticità che rendevano impossibile il regolare svolgimento in un contesto sicuro. Molti poi erano dell’idea che il calcio non rientrasse nella lista delle priorità da affrontare in questo periodo, ignorando l’enorme valore economico generato dall’industria calcistica.
La ripresa delle partite è avvenuta in stadi vuoti, senza pubblico. Molte limitazioni sono state imposte anche allo staff tecnico delle squadre e agli stessi giocatori. Ai giocatori è stato vietato di abbracciarsi per festeggiare un gol, così come di stringersi la mano durante il classico saluto che precede l’inizio della partita, gesto sostituito da un reciproco tocco con il gomito. Per quanto riguarda lo staff tecnico, è stato ridotto al minimo il numero di persone al seguito della squadra, permettendo solo ai membri essenziali di recarsi a bordo campo, sempre muniti di mascherina e ben distanti l’un l’altro. L’esperimento sembra aver dato riscontro positivo e molti esponenti della politica hanno etichettato la ripresa del campionato di calcio come un successo.
Nel frattempo però, nel weekend che ha preceduto queste riaperture, ci sono state manifestazioni in molte città del Paese. Sono state dispiegate unità di polizia, per evitare problemi di ordine pubblico (si temeva infatti la possibile infiltrazione di frange di estremisti) e per far sì che venissero rispettate le misure di distanziamento sociale. Il Ministero della Giustizia aveva inoltre fatto sapere che ci sarebbero state multe per chi avesse infranto le regole.
A Berlino molte persone si sono riunite nella rinomata Alexanderplatz: oggetto della manifestazione sono le misure di prevenzione contro il Covid-19 ed il conseguente ridimensionamento delle libertà individuali, per cui veniva esplicitamente citata la “Versammlungsfreiheit”, la libertà di riunione. Lo slogan recitato dai manifestanti era il seguente “Niemand, den ich kenne, hat Corona”, letteralmente “Nessuno che io conosca ha il Corona”.
Anche a Stoccarda si è registrata un’importante manifestazione, una delle più grandi dall’inizio della pandemia. Molte persone hanno criticato l’atteggiamento della politica e le strategie governative volte a fronteggiare la diffusione del virus. Fra le loro convinzioni principali c’è quella della bassa pericolosità del virus e la pretesa di sapere cosa sia giusto o sbagliato per la loro salute. Molti partecipanti indossavano una maglietta con su scritta la seguente frase: “Ich trage diese Maske nicht freiwillig, ich werde dazu gezwungen”, vale a dire “Io non indosso questa maschera per mia volontà, sono stato obbligato”, un chiaro riferimento alla privazione delle libertà personali a cui facevano riferimento anche i manifestanti di Berlino.
Manifestazioni di questo tipo hanno avuto luogo in tutto il paese, in particolare vanno segnalate quelle di Monaco di Baviera e Francoforte sul Meno, dove è stata registrata un’alta affluenza.
Ivan Denaro
La totale chiusura del Marocco in atto da marzo 2020 ha provocato una forte crisi che oscura molti dei settori su cui l’economia marocchina si basa. Ma cosa accadrà dopo? Si pensa a un “nuovo mondo”, con profonde trasformazioni politiche, sociali ed economiche, poiché l’impatto del Covid-19 sulla popolazione mondiale e sul sistema di ciascun paese è stato a dir poco apocalittico.
L’umanità sarà in grado di gestire cambiamenti di una tale portata? Quello che potrebbe accadere in un secondo momento non sarà semplicemente una transizione temporale da una fase all’altra, bensì un cambiamento del sistema politico e di cooperazione tra Stati, in quanto “andare oltre” significherebbe muoversi verso un nuovo ordine mondiale che si distacca dal sistema attuale. Sul piano politico l’epidemia stessa è una prova di quanto gli Stati tenterebbero una maggior cooperazione reciproca, in quanto essa non ha colpito un singolo continente, ma si è diffusa in quasi tutti i paesi del mondo, rallentandone le economie.
Quanto al settore del turismo, per contenere gli effetti negativi il Parlamento marocchino ha approvato un disegno di legge che prevede l’emanazione di disposizioni speciali in materia di contratti di viaggio, soggiorni turistici e contratti di trasporto aereo. Il Ministro del Turismo, del Trasporto aereo, dell’Artigianato e dell’Economia Sociale, Mohammed Sayid, ha dichiarato che il progetto ha come obiettivo primario quello di salvare gli imprenditori del turismo e del trasporto aereo dallo spettro del fallimento. Il disegno di legge, che da subito ha scatenato polemiche da parte della Federazione Nazionale dei Consumatori Marocchini, prevede per i clienti che abbiano acquistato un servizio, il rimborso sotto forma di proposta di un servizio simile avente lo stesso valore finanziario. La Federazione ha infatti chiesto di modificare i requisiti del progetto e di proporre ai consumatori l’annullamento del contratto, oltre che il rimborso totale dell’importo pagato, entro sette giorni. Alcune stime prevedono che quello del turismo sarà il settore che più risentirà di questa crisi, in quanto le perdite economiche previste per l’anno corrente ammontano a oltre 34 miliardi di dirham (1 € = 11,13 dhm), e il numero di turisti in visita in Marocco è diminuito del 98%.
Nella sfera sociale, l’epidemia ha già imposto un nuovo modo di vivere, che prevede ad esempio distanziamento sociale, divieto di ogni tipo di contatto fisico, chiusura di scuole, università, bar, ristoranti, chiese e moschee. Questo modello sociale potrebbe diventare permanente? O verrà meno con il ritorno alla normalità? Una cosa è certa: a rimanere impresse sulla popolazione saranno le conseguenze psicologiche causate dall’impatto del virus, che ha ridefinito le priorità e gli interessi delle persone. Costretti in casa da un nemico invisibile, i marocchini hanno trovato conforto nella voce dell’intellettuale, dello scrittore, del giornalista e del medico, permettendo così a ciascuna di queste figure di recuperare il proprio ruolo nella società, soprattutto in tempi come questi, in cui a prevalere è il coro dei social. Come sottolinea lo scrittore marocchino Abdel Majid Sabata, il Coronavirus ha restituito quei valori ormai perduti, quali il piacere di leggere un libro, la cultura del riconoscimento e della riconoscenza nei confronti di chi combatte in prima linea per contrastare l’epidemia, e la ridefinizione delle priorità per eliminare tutto ciò che si rivela insignificante.
Valeria Di Bonaventura, Arianna Mercuriali, Giulia Roncella
FONTI e SITOGRAFIA
Per la lingua PORTOGHESE
Per la lingua INGLESE
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Per la lingua ARABA
https://blogs.aljazeera.net/blogs/2020/5/13/هل-سنشهد-عالما-جديدا-بعد-فيروس-كورونا
https://www.skynewsarabia.com/business/1344535-المغرب-مشروع-قانون-لإنقاذ-قطاع-السياحة-الإفلاس