Gli eroi di Garbatella
Il giorno 6 febbraio per l’intera comunità studentesca della UNINT è un giorno da segnare in rosso sul calendario. Una giornata non come le altre, talmente importante da meritare un momento di contemplazione assoluta, il silenzio accademico (che siano esami o lezioni, fa lo stesso) e l’inno italiano echeggiato per l’intera struttura universitaria.
Il tutto ha, ovviamente, una motivazione più che valida.
Perché quel benedetto 6 febbraio 2020, un gruppo di studenti della UNINT è un diventato un manipolo di uomini, eroi che hanno saputo fare anche meglio di Leonida e dei suoi 300 soldati contro i Persiani.
Quel benedetto mercoledì di un anno fa, la squadra di calcio a 5 dell’università di Garbatella ha affrontato la formazione dell’università del Foro Italico segnando il capitolo più importante e storicamente valido della storia di questa giovanissima formazione calcistica.
Con un mister che aveva viaggiato per tutta la notte antecedente la partita da Lecce a Roma a bordo di uno scomodissimo Flixbus, con un capitano che aveva programmato allenamenti subito dopo le vacanze natalizie e con dei giocatori che hanno sacrificato immediatamente i loro chili delle feste all’altare delle ardue e infinite piramidi, la squadra ha stoicamente affrontato e surclassato i favoriti del Foro Italico.
Nonostante il passato glorioso di una formazione capace di vincere due titoli nelle ultime tre edizioni del torneo universitario, il Foro nulla ha potuto davanti alla strabordante potenza degli uomini in blu.
Il risultato è stato un ignorante e indescrivibile 7-4!
Una prestazione superlativa che non ha mai evidenziato difficoltà da parte della squadra di mister Nicolì. Sotto di un gol dopo i primi minuti di gioco, la UNINT è stata in grado di chiudere la prima frazione di con un rotondo 4-1. Nel secondo tempo, la squadra ha continuato a macinare gioco ed è anche arrivata sul 7-2 celebrato da una sedia lanciata in panchina in segno di assoluta estasi sportiva e non solo.
A questo elevatissimo e irripetibile grado di apoteosi, si aggiungano le prestazioni micidiali di un felino Pizzuti che ha spezzato sul nascere qualunque velleità offensiva degli avversari e di uno stranamente ispirato D’Amico che, nonostante i suoi piedi storti degni di un set della Lego (o forse proprio grazie a questi, rimane ancora un mistico dubbio tale evento), è stato in grado di segnare tre reti grazie al suo inconfondibile schema da calcio d’angolo.
Il Foro, d’altro canto, nulla ha potuto. La prova più significativa di quanto appena affermato proviene dal fatto che l’esterno franco-italiano si è permesso una tripletta fotocopia…da capogiro.
Maligni diranno che Walter Caruso doveva essere espulso per somma di ammonizioni, altri si soffermeranno sui suoi tacchetti non in regola per una partita del genere.
La verità è che si passate, anche adesso, da via delle Sette Chiese, che vi troviate nei pressi del palazzo della Regione Lazio o de “Il secchio e l’olivaro” non fa alcuna differenza, sentirete sempre l’affascinante eco di quelle urla di gioia e di godimento che hanno portato la piccola UNINT sul tetto delle università romane, anche se per una notte, anche senza un trofeo.
Anche se questa squadra quel trofeo lo avrebbe vinto, solo il virus l’ha fermata. Lo avrebbe fatto perché era tra le più forti, aveva un campo incredibile e uno dei pochi di proprietà e un pubblico straordinario e invidiato da tutti.
Stefano Nuzzo