Daniele Raco: tra ombre e luce
Daniele Raco, classe ‘72, cabarettista, stand-up comedian e autore di molteplici opere comiche, si esibisce da anni nei teatri di tutta Italia, tra cui lo Zelig di Milano, nell’omonimo programma.
Tra i suoi spettacoli più noti possiamo trovare USA e getta, ALL YOU CAN HIT, colpire per primo, colpire forte e Il vecchio e il male con cui sta andando in tournée proprio adesso.
Nel 2019 con La gallina. Storie d’azzardo e altre storie, racconta in chiave umoristica la dipendenza patologica per il gioco d’azzardo e la sua lotta contro essa durata sette anni, invitando i presenti ad una riflessione durante la campagna “Scommetti su te stesso”, e raccoglie fondi per attività di prevenzione e sensibilizzazione sui rischi, collaborando con la compagnia nazionale “Mettiamoci in gioco”.
Raco oltre a dedicare la sua vita alla comicità, è appassionato di wrestling e combatte per la ICW (Italian Championship Wrestling) – federazione italiana di wrestling attiva a livello nazionale ed europeo – sotto il nome di Kombat Komedian, a cui è ispirato il film “Kombat Komedian – Da comico a wrestler in 300 giorni”.
Nei suoi pezzi gronda verità, spezzoni di vita vera conditi con l’umorismo che lo contraddistingue, ma dietro la carriera e le telecamere: chi è Daniele Raco?
Ciao Daniele, per iniziare, secondo te cosa ti differenzia da tutti gli altri?
Ogni comico è diverso dagli altri, per testi, intenzioni e se vuoi anche aspettative. Non saprei dirti cosa realmente mi differenzi da altri, forse il fatto di non prendermi troppo sul serio.
La tua battaglia contro la dipendenza al gioco d’azzardo è ormai terminata, congratulazioni! Emotivamente, com’è ripensare a quel periodo?
Mi spiace essere così preciso ma questa battaglia non terminerà mai, io sono un giocatore compulsivo e lo sarò per sempre.
Sono non attivo, cioè per ora riesco a controllare la mia pulsione ad andare a giocare d’azzardo. Ripensando a quel periodo rivivo solo l’immensa sofferenza del rendermi conto di avere un grande problema ma la sensazione di impotenza che avevo nell’affrontarlo.
Come abbiamo detto, in La Gallina. Storie d’azzardo e altre storie parli del tuo ex problema col gioco, com’è stato per te realizzare questo spettacolo?
Terapeutico. Riuscire a scrivere uno spettacolo comico su questa cosa mi ha fatto stare bene, mi sono sentito il giullare che deride il potente.
Parlaci dei tuoi futuri progetti.
Sto finendo di scrivere il nuovo spettacolo, a luglio registrerò due puntate per Comedy Central e spero di continuare a girare in un tour continuo.
Quali sono le prossime date del tuo tour?
Girerò praticamente tutta l’Italia in estate, le date sono tutte sul mio sito www.danieleraco.com .
Che sensazioni senti quando ti trovi su un palco davanti al tuo pubblico?
È la sensazione più bella del mondo, sul palco mi sento in armonia col tutto, perfettamente inserito nell’universo, per citare un film che amo, The Wrestler, “è l’unico posto dove non mi faccio male”.
Hai sempre voluto diventare un comico?
A mia memoria si, fin da piccolo. Ne Il vecchio e il male racconto anche questa storia. Io andavo a letto presto a 3/4 anni – sono della generazione che mandava i bambini a letto dopo “Carosello” – ma i miei non si sono mai accorti che dal mio lettino, se mi sporgevo un po’, riuscivo a vedere la TV del salotto e guardare Walter Chiari fare i suoi meravigliosi monologhi. Quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo “Walter Chiari”.
Cosa ti rende più orgoglioso di te stesso?
Ultimamente l’insegnamento, riuscire a far stare dignitosamente sul palco le persone che fanno lezione con me, lo adoro.
Hai qualche aneddoto sulla tua vita che vuoi raccontarci?
La mia vita è nei miei spettacoli, non ho mai tralasciato di raccontare nulla, nemmeno i momenti più dolorosi e personali. Trovate tutto lì, il che è ottimo perché non c’è possibilità alcuna di gossip.
A vent’anni eri più il tipo di ragazzo che si sentiva invincibile o che si faceva soccombere dall’ansia per il futuro? Adesso invece, è cambiato qualcosa?
La seconda e, ahimè è cambiato molto poco. Impari solo a gestire un tantino meglio le cose, ma l’ansia per il futuro, quella rimane, e in più si aggiunge l’ansia per il futuro dei tuoi figli.
Quale tra i tuoi spettacoli è il tuo preferito? Perché?
Gli ultimi quattro, per capirci quelli scritti dopo la dipendenza, sono più intimi, personali e veri e molto più divertenti.
Hai qualche consiglio per noi universitari?
Siate sempre voi stessi, a dispetto di tutto e tutti, cercate di non vendervi troppo e se lo fate che ne valga davvero la pena; questo lo dico perché “Non vendetevi mai” è poco inerente alla realtà. Siate sinceri e gentili con gli altri, siate empatici a prescindere perché non potete sapere cosa sta vivendo chi vi sta davanti e che magari si sta facendo in quattro per farvi ridere e passare una bella serata.
Nella vita, preferisci avere rimpianti o rimorsi?
Ne ho scatoloni pieni di entrambi, non saprei dire cosa è meglio, forse i rimpianti. I rimorsi spesso coinvolgono altre persone e, per ciò che ti ho detto prima, sono più dolorosi.
Cambieresti qualcosa della tua carriera?
Se potessi vorrei non aver giocato, l’ho fatto proprio nel momento nel quale la mia carriera stava iniziando ad essere importante e forse mi sono perso qualche treno perché ero al bar della stazione a giocare alle slot.
Pensi che la comicità sia più un modo di crescere o esprimersi?
Entrambe le cose, senza dubbio. Fare comicità non può che migliorarti come essere umano visto che il tuo fine è far ridere il prossimo, cresci anche culturalmente perché devi leggere molto, stare attento a tutto, essere al passo. Permette poi di esprimersi come essere umano, di far notare cose che altri non notano o meglio di guardarle da una diversa angolazione, ecco, il comico è quello che guarda il mondo da un altro punto di vista.
Anche saper far ridere è un’arte; ti consideri un artista?
Per anni ho detto di essere un cialtrone, ora sempre più spesso dico di essere un artista perché come hai detto tu, saper far ridere è una forma d’arte.
Invito chiunque non l’abbia già fatto, a seguirlo sui social e guardare alcuni dei suoi fantastici pezzi su YouTube, in attesa di poterlo vedere sui palcoscenici della propria città.
Asia Festa Amorino