Il 27 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del disegno, nota anche come giorno del disegnatore.
Per celebrare degnamente il valore di questa antichissima forma d’espressione ho scelto di farmi aiutare da qualcuno per cui il disegno rappresenta ben più di uno dei tanti passatempi (di quelli che riscopri solo quando sei costretto a casa da una pandemia, per intenderci).
Matilde studia all’accademia delle Belle Arti, ha una camera traboccante di bozzetti, disegni e materiali di ogni tipo ammassati ad ognuno dei quattro angoli, ma non le piace definirsi un’artista. Decide comunque di aiutarmi a trovare qualche spunto per quest’articolo.
Entro nel suo regno, come ho fatto mille volte, ma questa volta mi soffermo di più sui disegni appesi alle pareti: volti di donne, figurini con i vestiti di cui va più orgogliosa, Frida Kahlo.
Cerchiamo di ripercorrere la storia del disegno, dalle incisioni rupestri delle Grotte di Rouffignac ai taccuini di Leonardo Da Vinci. Da dove partire per tracciare l’inizio di questa storia?
L’uomo ha sentito il bisogno di esprimersi attraverso quella che ora categorizziamo come arte fin dall’inizio della sua storia. Nelle grotte di tutto il mondo si trovano incisioni rappresentanti la vita quotidiana, come figure simboliche e fantastiche, che risalgono fino a 60 mila anni fa. L’azione di incidere e rappresentare qualcosa rispondeva a un’esigenza legata a riti magico-simbolici, ma anche di svago. Si ipotizza che alcune rappresentazioni venissero fatte da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni.
Il disegno si è poi evoluto con la storia dell’uomo, declinandosi nelle varie forme d’arte.
Conveniamo che prima di tutto disegnare permette di esprimerci. Facciamo diventare reale un’idea, un’immagine che altrimenti esiste solo nella nostra testa. “Non c’è un giorno della mia vita in cui non ci sia stato un disegno” mi confessa Matilde. Si ricorda di quella volta che sua madre la scoprì disegnare sul mobile del bagno con uno dei suoi rossetti. Da quel giorno non ha mai smesso, e ora dentro le sue creazioni ci mette la parte più profonda di sé, e quando decide di fartele vedere si sta scoprendo, ti sta dicendo “questa sono io”.
È un mezzo potente, tanto quanto la scrittura, la musica, le parole. Dai nostri disegni di bambini, quelli con la striscia di cielo in alto e mamma e papà davanti alla casetta, fino a quelli che svogliatamente buttiamo giù in un angolo di quaderno mentre parliamo al telefono, passando per le opere di grandi artisti, lì dentro ci siamo noi. La nostra essenza più pura e incontaminata.
La Giornata mondiale del disegno è un’occasione in più per sottolineare e riconoscere il valore della comunicazione attraverso il disegno e il ruolo che essa riveste nel mondo.
E che il nostro disegno faccia riunire migliaia di ammiratori, o finisca dimenticato in uno scatolone in soffitta poco importa, ha permesso di esprimerci.
Chiara Palumbo