Paris Fashion Week
L’Haute Couture francese diventa digitale
Come precedentemente inaugurata a Londra, anche Parigi ha deciso di rivolgersi al digitale per la season 2020-2021.
Dopo la prima collezione online del 6 luglio 2020, svelata da Chanel Cruise, le sfilate Haute Couture femminile hanno preso piede dal 6 all’8 luglio seguite dalle collezioni maschili dal 9 fino al 13 luglio.
Molte sono state le partecipazioni (e le rivelazioni) per questa season costretta ad adattarsi all’esigenza Covid-19 ma ancora una volta, abbiamo avuto modo di fare i conti con una moda resiliente giocosa e vaporosa, capace di regalarci delle giornate uniche nel suo genere.
La prima giornata della PFW digitale, ha visto scendere in campo (si fa per dire), la collezione Artisanal Co-ed di Maison Margiela, Autunno-Inverno 20-21: una rivelazione a fasi, scomposta in un crescendo di immagini colorate ed incorniciata da suoni brevi e concisi. Ogni video rilasciato dalla maison, ora sotto la direzione artistica di John Galliano (ex Dior), è un Preview del successivo: un’attesa che culminerà nella rivelazione finale del 16 luglio 2020.
Staremo a vedere.
Molto legata all’artigianato anch’essa ma dai sotto-toni decisamente più Safari, è la collezione HC di Guo Pei che si ispira agli animali del Museo Nazionale di storia naturale di Parigi: ecco Savannah che si compone di texture animalier ispirate ai manti degli animali rielaborati attraverso corpetti, spalline vaporose e maniche ampie che fanno eco agli anni ’90.
Tutto l’elaborato si presenta attraverso tessuti leggeri e cuciture essenziali per non distogliere lo sguardo dalle idilliche giraffe, bellissime e quasi umanizzate, che compaiono sugli abiti.
Questa season è dunque, fortemente rappresentativa della forma d’arte del cortometraggio.
La proposta di Viktor & Rolf per la season Fall-Winter 20-21 è raccontata in esclusiva dalla voce fuori campo del cantautore Mika.
Il corto, si presenta come un fashion statement dai toni giornalistici anni ‘50: l’impatto vintage è una dissonanza strategica con il titolo “Change” che non solo riproduce il format della sfilata in salone d’alta moda ma lo amplifica presentando la creazione a 360° dal materiale alle cuciture, dai tagli al concept. Correlati armonicamente dai volumi maxi e da crossover pop, tipici dello stile V&R, gli abiti sono stati divisi in tre sezioni rappresentative delle emozioni umane: dalla tristezza alla confusione alla speranza.
Un’altra visione onirica, è quella che ci è stata proposta dalla maison Valentino, guida da Pierpaolo Piccioli. Il direttore creativo sottolinea l’importanza del sogno e della creazione che scaturisce da esso; un processo creativo che prende il nome di “of Grace and Light” ed anticipa la performance finale per la collezione che avrà luogo a Cinecittà il 21 luglio.
Il progetto, nato in quarantena, aspira ad unire l’aspetto più delicato dell’ideazione della collezione con la versatilità e l’immediatezza del digitale nella moda. Limiti trascendentali a parte, la couture per Piccioli è un movimento di trame e colori ispirate alla danzatrice moderna Loie Fuller, sulle note pop di FKA Twigs, in un teaser by Nick Knight.
La Couture digitale formulata in un’ottica più ampia, dai toni di metafora visiva.
Durante la seconda giornata di Haute Couture, lo spirito anticonformista di Virginie Viard ha fatto capolino attraverso una esposizione inusuale: la nuova ragazza Chanel è una ribelle punk tra i locali di Parigi vestita di taffetà e gioielli. La collezione si compone di trenta modelli ispirati da look iconici di Karl Lagerfeld, distintivi e lussureggianti, ognuno correlato dall’alta gioielleria tipica della maison. Non possono mancare nemmeno per questa season, i tessuti che hanno reso Chanel famosa in tutto il mondo, come i ricami e il Tweed realizzati da Métiers d’Art Lesage, Montex, Lemarié e Gossens insieme alle embrodered perline, pietre e strass.
Un appuntamento dall’allure Grande Siecle dell’histoire de France raccontato in un video rock di Mikael Jansson.
Dalla femminilità rock di Chanel, a quella più (rosa) shocking di Alexis Mabille. L’artista, che già in passato aveva reinventato la classica sfilata proponendo una mostra fotografica con tanto di esibizione con manichini, ha portato alla luce le sue creazioni in un box rosa shocking: l’elemento caratterizzante della sua season, si propone come connubio perfetto tra le dive della Golden Age di Hollywood e quel richiamo “Warholiano” tipico della Pop Art.
D’ispirazione anni 60, è anche la sfida proposta da Stephane Rolland che prendendo spunto per l’appunto dal programma televisivo francese “Discorama” di Denise Glaser degli anni 60-70, ci propone uno sguardo intimo con riprese in uno studio semi-vuoto; così si presentano undici look indossati da Nieves Alvarez composti da capi selezionati come mantelle, cappucci, abiti a tubino, pantaloni harem decorati con pietre di vetro e cristalli. Una semplicità luminosa e al contempo nostalgica.
Due video, di pochi secondi ciascuno, bastano a catturare l’attenzione del pubblico secondo Alexandre Vauthier: la Parigi dello stilista è dentro e fuori, con sguardo veloce e vintage realizza i mini spot con un team ridotto in quarantena e ci porta prima in un appartamento e poi per le strade della sua città d’adozione.
Una collezione concisa ma d’impatto anche la sua in collaborazione con gli atelier di Lemarié, Goossens e Lesage.
La collocazione storica della collezione?
Anch’essa in bilico tra la Golden Hollywood e gli anni ’80 come ci suggeriscono l’abito bustier nero con mantello di raso senza maniche rosa shocking, gli abiti da sera con piume e chiffon e le giacche sfavillanti.
Dal 6 luglio, l’inaugurazione della settimana è stata una sorpresa da subito attraverso il discorso di Naomi Campbell, ispirato dai recenti avvenimenti negli Usa, sull’importanza dell’inclusività nel mondo della moda.
A seguire, Schiaparelli ha mostrato gli sketch della nuova collezione firmati da Daniel Roseberry trasportandoci direttamente al Washington Square Park di New York e passando per il mini film “Trasformation” in cui è possibile riconoscere l’attrice Iris Van Herper resa famosa in tutto il mondo dalla serie tv Game of Thrones.
L’ultima spettacolare presentazione cinematica, doverosa da menzionare, è la narrazione di Le Myth Dior nata dall’incontro del regista italiano Matteo Garrone ed il direttore artistico di Dior, Maria Grazia Chiuri.
Descrivere il corto?
14 minuti di pura estasi visiva.
Sarà per il giardino di Ninfa a Roma che fa da sfondo alla rappresentazione bucolica lussureggiante che ci ricorda The Tale of Tales ma che dire, noi italiani siamo particolarmente entusiasti del risultato. Come preannunciato dal titolo, la nuova collezione di Dior è un viaggio nell’estetica fiabesca correlato da personaggi fantastici come sirene, ninfe e fauni.
Le scene si aprono in atelier, dove delle sapienti mani stanno confezionando degli abiti couture in miniatura poi successivamente trasportanti in una casa delle bambole. I riferimenti non sono solo per i lavori precedenti del regista italiano ma rappresentano un omaggio al Thèatre de la mode in cui i designer francesi svilupparono delle collezioni in miniatura per poter rilanciare l’haute couture nel secondo dopoguerra. L’ispirazione femminile, come sancito da Maria Grazia Chiuri, arriva invece dalle artiste del passato come Lee Miller, Dora Maar, Dorothea Tanning, Leonora Carrington e Jacqueline Lamba.
Surrealismo, fiabe, natura e sensualità e délicatesse: ecco le promesse della maison francese per questa Haute Couture.
Fanny Trivigno
Sources:
https://www.vanityfair.it/topic/paris-fashion-week?refresh_ce=
Anche a Parigi e Milano, fashion week in digitale
Parigi, al via le prime sfilate digitali maschili
https://www.youtube.com/watch?v=0J8YW9K8qGU
https://www.youtube.com/watch?v=yxBFwqRbI8c