La rassegna stampa internazionale dell’UNINT
Regno Unito, protagonista di un’accesa disputa diplomatica con l’UE. In Spagna, la Corte Superiore di Giustizia della Catalogna ha confermato che le elezioni catalane si terranno il 14 febbraio. Ecuador, aumento delle forze armate al confine con il Perù per contenere gli attraversamenti irregolari dei migranti venezuelani. A Capo Verde il Covid sospende i festeggiamenti per il carnevale.
EUROPA
In Spagna, la Corte Superiore di Giustizia della Catalogna ha confermato che le elezioni catalane si terranno il 14 febbraio, riporta Elpais.com, ammettendo un ricorso contro il decreto del governo catalano che ha rinviato il voto al 30 maggio a causa del coronavirus. Tenere elezioni nel mezzo di una pandemia obbliga a rendere compatibili due diritti fondamentali: il diritto alla salute e il diritto al voto. Le elezioni catalane saranno le terze da quando è stato dichiarato lo stato di allarme. Per queste elezioni la Catalogna consente a tutti di votare e di farlo in qualsiasi momento, ma raccomanda ai malati e ai loro contatti di votare tra le 19:00 e le 20:00 per proteggere i membri dei seggi elettorali, riporta Elpais.com. Non mancano però le proteste contro alcune decisioni prese dal governo. Secondo quanto riporta Elpais.com, venerdì 29 gennaio gli studenti dell’Università Autonoma di Madrid hanno protestato contro le “folle” agli esami in presenza, poiché è impossibile rispettare la distanza di sicurezza. Gli studenti criticano sia le università sia il Ministero dell’Istruzione, i quali hanno deciso in riunioni a porte chiuse che gli esami si debbano fare in presenza, nonostante gli studenti abbiano paura di contrarre il coronavirus. Per fortuna negli ultimi giorni si registra una lieve diminuzione dell’incidenza, riferisce Elmundo.es. Venerdì 29 gennaio il Paese ha registrato 38.118 casi: si tratta del secondo giorno consecutivo in cui è stata registrata una leggera diminuzione dell’incidenza cumulativa dei casi di coronavirus. Ad inizio febbraio il Paese sembrerebbe in pieno calo della terza ondata in quanto l’incidenza cumulativa su 14 giorni è passata a 865,67 punti, riporta Elmundo.es.
S.P.
In Francia, a partire da questo lunedì, l’Assemblea Nazionale ha iniziato a esaminare il disegno di legge contro l’islamismo radicale, secondo quanto riportato da Le Monde. Uno degli obiettivi del progetto, contenente 70 articoli, sarebbe quello di istituire un nuovo reato, quello di mettere in pericolo la vita altrui diffondendo informazioni sulla vita privata o professionale, come risultato della vicenda che ha visto il professore Samuel Paty decapitato da parte di un alunno. Un altro, invece, inasprirebbe le regole vigenti, relative all’istruzione domiciliare, che dovrebbe essere autorizzata dalle istituzioni scolastiche in quanto si ritiene che la scuola sia fondamentale per educare i bambini all’inclusione.
Nel frattempo, Le Figaro scrive di come il malcontento legato alle restrizioni per prevenire una terza ondata di coronavirus abbia portato i ristoratori ad annunciare l’apertura delle proprie attività il 1° febbraio, nonostante i divieti. A seguito della replica del Ministro dell’Economia Le Maire, che aveva minacciato la sospensione degli aiuti statali per i disertori, i ristoratori hanno tuttavia scelto di fare marcia indietro, sperando che l’iniziativa mettesse ugualmente in luce le loro difficoltà.
Le Figaro riporta anche che, in occasione delle vacanze di febbraio che cominceranno il 6, non sono previste nuove restrizioni, fatto salvo per il divieto di lasciare l’Europa e la chiusura degli skilift. Tuttavia, i ministri hanno specificato che la decisione finale sarà determinata dai dati, che verranno aggiornati giorno per giorno.
E.L.
Il Portogallo è diventato il Paese con il più alto numero di contagi e di decessi in Europa. I dati dell’ECDC, corrispondenti alla seconda e alla terza settimana di gennaio, hanno dimostrato che la Nazione aveva un tasso di 1429,43 nuovi casi ogni 1000 abitanti e 247,55 morti per milione di abitanti. Stando a quanto riportato dal Publico, il rapporto della settimana precedente, ovvero la penultima del mese dell’anno, non è stato favorevole per il Paese, in quanto è stato classificato 3° per numero di nuovi casi (1215,19) e 6° per quello dei decessi per milione di abitanti. Così si conclude questo primo mese del 2021, con un totale di 5.576 morti per Covid-19, 306.838 nuovi casi e 3.854 ricoveri, ha scritto l’Expresso.
Lo scorso 2 febbraio il Primo Ministro Antonio Costa ha invocato l’esempio del Portogallo, il quale ha completato il processo di ratifica nazionale della decisone europea di aumentare le proprie risorse, per chiedere agli altri Stati membri di accelerare il compimento di questo passo. Secondo l’articolo dell’Expresso, il leader dell’esecutivo portoghese ha affermato, inoltre, che il Paese, dato che attualmente presiede il Consiglio dell’Unione Europea, si aspetta che il suo esempio possa ispirare le altre Nazioni che non l’hanno ancora fatto.
M.A.
Negli ultimi giorni, il Regno Unito si è reso protagonista di un’accesa disputa diplomatica, seguita alla minaccia dell’UE di impedire il passaggio dei vaccini anti-Covid dall’Inghilterra verso Paesi terzi. Stando alle prime pagine del Guardian, ciò sarebbe avvenuto all’indomani dell’annuncio dei ritardi nelle forniture da parte di AstraZeneca. Di fronte però a quella che sarebbe sembrata una “consegna eccessiva” a Paesi esterni all’Unione, Bruxelles ha minacciato di far scattare una clausola dell’accordo post-Brexit per stabilire controlli alle frontiere, in particolare sulle dosi che arrivano in Irlanda del Nord attraverso la Repubblica d’Irlanda. I malumori non si sono fatti attendere e, a seguito della furia di Downing Street, del rammarico del governo irlandese e persino dei toni contrariati dell’arcivescovo di Canterbury, si apprende dalle pagine dell’Independent che l’Europa ha fatto dietrofront. Tempi difficili attendono ancora l’Inghilterra, dove è ufficialmente cominciata una lotta contro il tempo per stroncare la contagiosissima variante sudafricana del virus: BBC News parla di 105 casi totali, 11 dei quali sarebbero persone che non risultano aver viaggiato. In questo clima di tensioni, la priorità sembra quella di un ripristino del principio di cooperazione fra i Paesi, ma, stando a quanto riportato sul Guardian, il Segretario di Stato per il commercio internazionale Liz Truss sottolinea che il Regno Unito aiuterà l’UE solo se quest’ultima non si renderà un ostacolo per il piano di vaccinazione interno prestabilito. Nel frattempo, il Paese procede con i piani post-Brexit, ne offre un aggiornamento BBC News: l’Inghilterra richiederà a breve di aderire al Partenariato Trans-Pacifico, importante area di libero scambio composta già da undici Nazioni. Mentre il Regno Unito continua la sua avanzata verso il futuro, arriva una sorpresa dal passato: sono stati infatti rinvenuti a Cambridge i resti di un grande cimitero altomedievale con più di sessanta tombe contenenti oggetti di ogni tipo e resti umani ben conservati. Il Guardian lo chiama “il ritrovamento del secolo”.
Mentre l’UE è invischiata nella disputa con AstraZeneca, anche in Irlanda ci si aspetta un ritardo nella consegna delle dosi del vaccino. Stando al ministro della Salute Donnely, secondo il journal.ie, il Paese può aspettarsi 1,1 milioni di dosi entro la fine di marzo: a tal proposito è stata annunciata una campagna di informazione pubblica rivolta agli over 85, i primi a ricevere il vaccino. Sulle pagine dell’Irish Times prosegue la conta dei decessi e degli ammalati, ed il dato è impressionante: il numero di casi riscontrati in Irlanda nel solo mese di gennaio è maggiore rispetto a quanto registrato in tutto il 2020.
C.M.
In Russia le autorità si sono preparate alle proteste non autorizzate annunciate per il 31 gennaio dai sostenitori del leader dell’opposizione Aleksej Naval’nyj, riporta Pravda.ru. In particolare, il 31 gennaio la vendita di bevande alcoliche in contenitori di vetro è stata limitata nel centro di Mosca mentre alcuni servizi di ristorazione sono rimasti chiusi e sono state anche chiuse 7 stazioni della metropolitana nel centro della capitale e il traffico pedonale è stato limitato, informa Zona.media. Lo ha riferito il servizio stampa del dipartimento regionale del Ministero degli Affari Interni, che ha anche messo in guardia sulla responsabilità penale e amministrativa per la partecipazione ad azioni di protesta illegali, riporta Russian.rt: la partecipazione a tali disordini è infatti punibile con la reclusione da 3 a 8 anni.
Secondo Russian.rt, il Roskomnadzor ha convocato i rappresentanti di TikTok, Facebook, Telegram e Vkontakte per chiarire la responsabilità per la mancata rimozione delle richieste di partecipazione ad azioni di massa illegali. La violazione della procedura per limitare l’accesso a informazioni proibite sulla rete comporta una multa da 800 mila a 4 milioni di rubli. Inoltre, la legge consente di bloccare informazioni vietate se non vengono eliminate.
Il 31 gennaio si sono comunque svolte manifestazioni a sostegno di Naval’nyj, riporta Pravda.ru. I manifestanti sono stati arrestati, ma erano presenti molte meno persone rispetto alle manifestazioni dello scorso 23 gennaio. In generale ci si aspetta per il futuro una significativa riduzione dei manifestanti, soprattutto poiché è difficile mantenere un alto livello di interesse duraturo per tali eventi. Tra gli arrestati figura Julija Naval’naja, riporta Pravda.ru, rilasciata in seguito dal dipartimento di polizia e a cui è stato ordinato di recarsi al tribunale Ščerbinskij, dove ha avuto luogo il suo processo il 1° febbraio. In più, anche l’addetto stampa di Naval’nyj, Kira Jarmyš, è stata mandata agli arresti domiciliari fino al 23 marzo, già precedentemente arrestata per aver incitato a partecipare ad azioni non autorizzate, ed ora è accusata di aver violato le regole sanitarie e epidemiologiche, riferisce Vesti.ru. Inoltre, a seguito delle manifestazioni del 31 gennaio, il Ministero degli Esteri russo ha affermato che le azioni delle autorità statunitensi sono volte a incoraggiare proteste illegali e costituiscono pertanto un’interferenza negli affari interni del Paese, riporta Regnum.ru. Il 1° febbraio il segretario di Stato americano Blinken ha commentato le dichiarazioni sul coinvolgimento degli Stati Uniti nelle azioni di opposizione in Russia, riferisce Vesti.ru: secondo il segretario, Washington non ha avuto alcun ruolo del genere.
Nel frattempo, Russia e Stati hanno trovato un accordo su un altro fronte. Il presidente Putin ha firmato una legge per estendere il trattato START III tra i due Paesi sulle misure per ridurre ulteriormente e limitare le armi offensive strategiche, secondo quanto riferito il 29 gennaio dal servizio stampa del Cremlino. Il trattato è stato prorogato per altri 5 anni (fino al 5 febbraio 2026) e prevede che le quantità totali di armi strategiche offensive a disposizione delle parti non superino determinate unità per i vari tipi di missili balistici. Come ricorda Iz.ru, il 26 gennaio i presidenti di Russia e Stati Uniti hanno tenuto la loro prima conversazione telefonica, durante la quale hanno discusso in particolare del destino del trattato START.
Per quanto riguarda l’organizzazione interna del Paese in seguito al miglioramento della situazione epidemiologica, gli istituti di istruzione superiore subordinati al Ministero dell’Istruzione e della Scienza dovrebbero tornare all’istruzione a tempo pieno dal 7 febbraio, riporta Russian.rt. Le istituzioni educative sono tenute a rispettare le misure di sicurezza, compreso il controllo della temperatura, il rispetto del regime della mascherina e l’esclusione di persone con segni di malattie infettive. Dal 27 gennaio a Mosca il divieto di lavorare di notte nei ristoranti e nei bar è stato revocato. Secondo quanto riporta Mskagency.ru, sono state cancellate le restrizioni sul lavoro notturni di esercizi di ristorazione, nightclub, bar, discoteche, karaoke, piste da bowling e altre organizzazioni dell’industria dell’intrattenimento e della ricreazione. Questi stabilimenti devono sempre rispettare i requisiti per i posti a sedere e il rispetto del regime sanitario stabilito dal Servizio federale per la tutela dei diritti dei consumatori e del benessere umano. In un’altra grande città del Paese, San Pietroburgo, la rimozione delle restrizioni potrebbe avvenire entro la fine di febbraio, riferisce Iz.ru, se la situazione epidemiologica dovesse continuare a migliorare. Sugli sviluppi della vaccinazione Russian.rt ha riportato che oltre 2 milioni di russi sono stati già vaccinati con il vaccino Sputnik V, riferisce la rappresentante del Centro Gamaleja Dar’ja Egorova. Il vaccino conferma la sua elevata sicurezza: non è stato identificato un singolo decesso e nemmeno un singolo effetto collaterale grave associato all’uso del vaccino russo. La Duma di Stato ha accolto con favore l’iniziativa dei tour operator russi di organizzare un “turismo vaccinale” per gli stranieri, i quali potranno entrare nel Paese per farsi vaccinare in maniera accelerata. Tuttavia, riferisce Gazeta.ru, ciò sarà possibile solo dopo che il farmaco sarà disponibile per l’intera popolazione della Federazione Russa. Inoltre, l’Unione russa dell’industria dei viaggi ha ritenuto l’idea irrealistica poiché i confini con la maggior parte dei Paesi stranieri resteranno chiusi nel prossimo futuro. Anche l’Armenia ha approvato l’uso del vaccino russo Sputnik V, riferisce Ria.ru secondo quanto affermato dal Fondo Russo per gli Investimenti Diretti. La decisione di approvare il vaccino è stata presa con un decreto del Ministero della Salute sulla base dei dati degli studi clinici di fase III in Russia senza ulteriori studi in Armenia.
S.P.
AFRICA
Nella città di São Vicente, a Capo Verde, sono morte altre due persone positive al Coronavirus lo scorso 29 gennaio. Secondo l’articolo dell’A Nação, nei giorni precedenti sono stati analizzati 870 tamponi, 30 dei quali sono risultati positivi nella città di Praia e 12 in quella di São Vicente. Dall’inizio della pandemia l’isola ha registrato un totale di 13.787 casi e 134 decessi. Il ministro della Cultura, inoltre, ha annunciato che anche quest’anno non si festeggerà il Carnevale, come riportata l’articolo del A semana. Il ministro ha giustificato la propria decisione dicendo che, in questo periodo così difficile, non ha alcun senso che il Paese promuova qualsiasi tipo di evento che possa indurre la gente a formare assembramenti, mettendo così a rischio la salute dei propri cittadini.
M.A.
MEDIO ORIENTE
Sul versante Iran, lo scorso venerdì 29 gennaio si è tenuto ad Ankara, in Turchia, un vertice bilaterale tra il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, riferisce al-Arabi al-Jadeed. Zarif è approdato al cospetto della Sublime Porta a seguito di un tour diplomatico che lo ha visto tenere tavoli d’incontro in vari Paesi della regione, tra cui Azerbaigian, Russia, Georgia e Armenia. La visita prende forma all’interno di un quadro strategico teso a rafforzare le relazioni dell’Iran con i Paesi di vicinato, dopo che queste erano diminuite, in particolare in campo economico, a causa della politica di massima pressione trumpiana contro la Repubblica Islamica. L’incontro di Ankara si è svolto all’insegna di un’agenda politica ben collaudata, su cui figurano l’accordo nucleare, gli sviluppi nelle regioni del Nagorno Karabakh e le situazioni di Siria, Afghanistan e Iraq. Riguardo possibili sviluppi sull’accordo nucleare, il ministro iraniano ha risposto alle recenti dichiarazioni degli Stati Uniti, nella persona del segretario di Stato Antony Blinken – secondo cui Washington risanerebbe l’accordo a fronte della piena attuazione da parte di Teheran dei suoi impegni nucleari – ribadendo il braccio di ferro su eventuali iniziative iraniane di apertura al dialogo. Risulta pertanto ragionevole ipotizzare che il precedente accordo sia da riformulare in toto, alla luce degli ultimi quattro anni di politiche regionali da una parte all’altra dell’Atlantico. Nei riguardi della Turchia, Zarif ha elogiato le relazioni con Istanbul, sottolineando come i due Paesi abbiano consolidato rapporti negli scenari di escalation politica e diplomatica che hanno interessato il Medio Oriente, con particolare riguardo alla cooperazione in Siria. Sul fronte economico, rinfocolando aspre critiche nei confronti dell’amministrazione Trump e del suo terrorismo economico, come Zarif lo ha definito, il funzionario di Teheran ha parlato delle potenzialità che le economie dei due Paesi potrebbero accrescere mediante un coordinamento che interessi i settori dei trasporti, del commercio e dell’energia. Tutto ciò getta un lampo di veduta sui prossimi mesi di politica regionale dei vari attori in scena: sia l’Iran che la Turchia hanno tutto da guadagnare da questo sodalizio, dal momento che entrambe rivendicano un’emancipazione che in molti vorrebbero scongiurare.
L.D.
Lo scorso mercoledì 27 gennaio, centinaia di sostenitori del presidente yemenita Rabbo Mansour Hadi hanno manifestato nel governatorato di Hodeidah nello Yemen occidentale, chiedendo al governo di ritirarsi dall’accordo di Stoccolma firmato con il gruppo Houthi alla fine del 2018, relativo alla situazione della provincia, situata strategicamente sulle sponde del Mar Rosso. Siglato sotto l’alto auspicio dell’Onu, il trattato di Stoccolma prevede l’interruzione delle ostilità in una regione ritenuta essere essenziale per le importazioni di aiuti e beni di prima necessità alla popolazione. Stando agli accordi, gli Houthi manterrebbero il controllo sull’interna provincia col governo e le sue guarnigioni, invece, stanziati appena al di là del confine governatoriale. L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Yemen Martin Griffiths giudica l’accordo un risultato proficuo in vista di una soluzione pacifica al conflitto, là dove i manifestanti filogovernativi ritengono che ad uscirne avvantaggiate siano state le sole milizie Houthi le quali per di più avrebbero violato in più occasioni i termini dell’intesa. Secondo alcuni fonti, citate da al-Arab, la protesta contro l’accordo di Stoccolma pare sia coincisa con la pubblicazione di un rapporto delle Nazioni Unite in cui si equiparano il governo e gli Houthi in merito alle responsabilità per le gravi condizioni in cui il Paese riversa. Gli osservatori ipotizzano a ragione che Griffiths voglia sfruttare il cambio di guardia alla Casa Bianca, con il l’obiettivo di imporre una soluzione pacifica al conflitto, la quale non coinciderebbe con gli orientamenti del governo riconosciuto legittimo riguardo il trattamento degli Houthi, in quanto considerati dall’Onu come partner negoziale anziché come aggressori. Qualunque auspicabile accordo di pace sarà soltanto il preludio di una sfida più grande, ossia la riconciliazione nazionale.
L.D.
Dall’Iraq, il leader del movimento sadrista, Muqtada al-Sadr, si è offerto recentemente di cooperare con gli sforzi del Qatar al fine di aprire un dialogo tra Arabia Saudita e Iran, riferisce al-Quds al-Arabi. Commenti al riguardo da parte dei tre Paesi non sono pervenuti, ma il Qatar all’indomani dell’annuncio della normalizzazione con le altre petrolmonarchie aveva fatto appello ad un dialogo globale nella regione con la pronta risposta da parte dell’Iran, dichiaratosi favorevole all’iniziativa. I rapporti tra Iran e Arabia Saudita stanno vivendo una crescente tensione, aggravata dai raid aerei lanciati dal gruppo yemenita Houthi al Regno dei Sa’ud. Washington e Riyadh hanno ritenuto co-responsabile dell’attacco Teheran, a fronte di una totale estraneità ai fatti propugnata dalla Repubblica Islamica. Gli osservatori ritengono che il conflitto iraniano-saudita abbia un impatto negativo sull’Iraq, Paese abitato da un mosaico etno-religioso di cui sunniti e sciiti ne compongo la maggior parte, ed è una delle arene in cui da decenni si svolge la competizione per l’influenza regionale tra Riyadh e Teheran. L’Iraq ha stretti legami con l’Iran sin dal rovesciamento dell’ex regime di Saddam Hussein nel 2003, e i partiti sciiti vicini a Teheran hanno assunto le redini del potere a Baghdad. Questo riavvicinamento ha sempre più destato preoccupazione per Riyadh, che ha ripreso le relazioni diplomatiche con Baghdad nel dicembre 2015, dopo 25 anni di interruzione a causa dell’invasione irachena del Kuwait nel 1990. Alla luce degli eventi, Muqtada al-Sadr, figura di spicco del clero sciita, benché non gli sia riconosciuto alcun grado religioso, ed ormai ex guida dell’esercito del Mahdi, ha assunto negli anni il ruolo di sostenitore di un Iraq libero da corruzione, clientelismi e logiche settarie, nonché di oppositore dell’influenza statunitense in Iraq. A 10 mesi dall’elezioni presidenziali, la veste di mediatore ai conflitti regionali potrebbe rivelarsi finalmente uno scacco ad un governo instabile e preda di stesso.
L.D.
AMERICA
Sembra che negli Stati Uniti ci sia un dibattito aperto tra il rientro a scuola e il prolungamento della didattica on-line. Almeno così è quanto riportato dal New York Times. Ormai è passato un mese da quando il governatore Gavin Newsom ha presentato il suo piano “Scuole sicure per tutti” con il quale mira a riaprire le scuole per l’apprendimento degli studenti entro febbraio o marzo. Tuttavia, nonostante la scadenza della riapertura delle scuole sia imminente, ancora non si sa quanti distretti abbiano effettivamente aderito al piano. Per esempio, i dirigenti dell’istruzione e gli insegnanti hanno apertamente criticato la riapertura e le negoziazioni sui dettagli sembrano essere ad un punto morto. I genitori invece, sembra siano desiderosi di riportare i propri figli all’apprendimento in presenza. Questo dibattito fa eco a quello che sta succedendo in tutto il Paese, poiché la spinta del presidente Biden ad aprire le scuole è stata accolta con cautela dai sindacati degli insegnanti, i quali invece, vogliono reprimere le aspettative secondo cui gli studenti torneranno in aula prima della fine dell’anno scolastico.
Cambiando argomento, in base a quanto riportato dal New York Times, l’ex presidente Donald J. Trump e il Partito Repubblicano a novembre e dicembre hanno accumulato più di 175 milioni di dollari dalla raccolta fondi, la quale è stata basata sulle false affermazioni di frode elettorale. Tenendo conto della totalità della somma, solo una piccola parte di questa è stata spesa in avvocati assunti con il fine di ribaltare le elezioni presidenziali, dal momento che il resto del denaro è stato speso per incrementare la voce mediatica dell’ex presidente. Nello specifico, secondo i nuovi report della Commissione elettorale federale, Trump, piuttosto che occuparsi legalmente della questione, si sta avvalendo delle pubbliche relazioni per diffondere la menzogna e continuare a generare denaro da essa. La spesa più grande che ha sostenuto è stata di quasi 5 milioni di dollari, i quali sono stati investiti per pagare l’azienda che ha acquistato i suoi annunci televisivi. Il suo secondo pagamento più grande fa invece riferimento ai 4,4 milioni di dollari riguardanti la pubblicità online. Nelle ultime settimane dell’anno il Comitato Nazionale Repubblicano è riuscito ad intascare milioni di dollari dalle donazioni, raccogliendo 25 centesimi per ogni dollaro raccolto online da Trump. Dunque, nel complesso, le spese legali della campagna di Trump sono state di 10 milioni di dollari, circa un quinto di quanto speso in pubblicità e raccolta fondi. Gli sforzi del signor Trump nel cercare di delegittimare le elezioni non gli hanno permesso di detenere il suo potere da presidente, ma, nonostante ciò, hanno comunque spinto i suoi fedeli sostenitori a donare milioni di contributi, i quali hanno fornito sia a lui che al partito un’enorme infusione di denaro.
A.B.
In Québec, come riferisce Le Journal de Québec, Walmart Canada ha dichiarato di volersi impegnare nella lotta contro il coronavirus. Per questo, l’azienda ha acquistato dei congelatori adatti alla conservazione di alcuni vaccini, ma lascerà che siano i proprietari delle 68 farmacie affiliate a scegliere se rispondere o meno a un’eventuale richiesta di aiuto da parte del governo.
Le Journal de Québec riporta anche che i ricoveri sono stati 197 in meno rispetto alla scorsa settimana, ma il sistema sanitario continua a essere in crisi. Gilbert Boucher, presidente dell’Association des spécialistes en médecine d’urgence du Québec, ha sottolineato che tale crisi è il risultato di una carenza di personale, in particolare di infermieri specializzati.
François Legault, il premier del Québec, ha annunciato che a partire dal 9 febbraio alcune restrizioni verranno allentate, secondo quanto riporta Le Journal de Québec. Le autorità stanno valutando di autorizzare la riapertura dei ristoranti in zona arancione, ma solo ai membri di uno stesso nucleo familiare verrà consentito di sedersi allo stesso tavolo. Il coprifuoco dovrebbe slittare di un’ora e mezza, passando dalle 20:00 alle 21:31, e sarà possibile incontrare all’aperto anche persone all’infuori del proprio nucleo familiare.
E.L.
La Casa Bianca ha annunciato che prevede di rivedere la politica degli Stati Uniti nei confronti di Cuba, dopo quattro anni in cui l’ex presidente Trump ha intensificato l’ostilità e il blocco economico, commerciale e finanziario contro l’isola, riporta Cubadebate.cu. Le misure attuate da Trump si sono distinte per la loro sistematicità ostile e ogni settore dell’isola ha subito l’impatto di questi attacchi, accentuati nel contesto della pandemia.
Per quanto riguarda la situazione epidemiologica, non tutti si rendono conto della gravità della situazione nel Paese. Secondo Diariodecuba.com, il canale TeleSUR ha promosso il turismo sull’isola con frasi come “spiagge, Caraibi, mojito e vaccini”, quando il numero di infezioni da Covid-19 raggiunge numeri record e il numero di decessi aumenta. Diversi cubani hanno espresso la loro opinione constatando che mentre la gente è nella miseria più totale il canale invita i turisti con vaccini e mojito. Oltretutto, le prospettive di vaccinazione sono ancora in fase clinica. La gravità della pandemia a Santiago de Cuba è maggiore di quanto riconosce il MINSAP (Ministero della Salute Pubblica), accusato inoltre di mancanza di trasparenza poiché nasconde e non affronta la gravità della situazione sanitaria, denuncia Diariodecuba.com.
S.P.
In Ecuador, le forze armate hanno mobilitato circa 200 uomini e 20 veicoli tattici Hummer al confine con il Perù, per intensificare la sorveglianza per gli attraversamenti irregolari utilizzati dai migranti venezuelani, scrive DW. Il contingente dovrebbe garantire l’efficienza delle operazioni militari, specialmente nel controllo delle frontiere e nelle pattuglie di sorveglianza, per prevenire il flusso illegale attraverso attraversamenti non autorizzati. Il ministro della Difesa, Oswaldo Jarrín, aveva annunciato il movimento di queste truppe al confine, dopo aver mantenuto i contatti con le autorità peruviane, che ne hanno anche militarizzato il confine per fermare il passaggio dei migranti venezuelani. La chiusura delle frontiere a causa della pandemia Covid-19 ha causato un crescente movimento migratorio di venezuelani nella regione latino-americana, che ricorrono a percorsi per attraversare il Paese. Mentre alcuni cercano di tornare in Venezuela, altri scelgono di andare nei Paesi del sud del continente sotto il comune denominatore di cercare un futuro e sfuggire alla fame e alla disoccupazione.
A.C.
In Argentina è entrata in vigore una nuova tassa sulle grandi fortune, scrive BBC News. Secondo l’agenzia di stampa AFP, il 20% del denaro raccolto sarà utilizzato per garantire l’approvvigionamento di forniture mediche, il 20% per aiutare le piccole e medie imprese, un altro 20% per borse di studio per studenti, il 15% per sviluppi sociali e il restante 25% per i progetti di gas naturale. L’iniziativa è stata votata in Senato a dicembre e con 42 voti favorevoli e 26 contrari è stata approvata. Venerdì il governo di Alberto Fernández ha ufficializzato la sua regolazione e attivazione. La cosiddetta Legge di Solidarietà e Contributo Straordinario riguarda più di 12.000 persone che hanno dichiarato beni per oltre 200 milioni di pesos (2,5 milioni di dollari) in tutto il Paese. Il governo spera di raccogliere circa 3 miliardi di dollari. Il provvedimento promosso dal presidente Fernández è stato criticato dall’opposizione, che lo ha definito “confiscatorio” e anche la Sociedad Rural Argentina ha espresso la preoccupazione che l’imposta possa diventare permanente. Il Paese, sfortunatamente, è stato duramente colpito dalla pandemia, tanto che quasi il 40% della popolazione del Paese vive al di sotto della soglia di povertà, mentre il tasso di disoccupazione si attesta all’11%.
A.C.
Salvador, un attacco effettuato da ignoti nel cuore della capitale contro una carovana di militanti dell’ex guerrigliero Fronte di liberazione nazionale Farabundo Martí (FMLN, a sinistra) ha provocato domenica “2 decessi e 5 feriti”, scrive Infobae. L’evento arriva meno di un mese prima delle elezioni parlamentari e pochi giorni dopo che il presidente Nayib Bukele ha criticato gli accordi di pace firmati tra l’esercito e l’allora guerrigliero per porre fine alla guerra civile nel 1992. Secondo la deputata dell’odierno partito politico FMLN, Nidia Díaz, l’incidente è avvenuto nel centro di San Salvador quando “impunemente” l’aggressore “ha attraversato un’auto, è sceso con una pistola in mano e ha iniziato a sparare” alla carovana. Díaz ha chiamato la Procura per indagare, perché il reato “non può rimanere nell’impunità”.
La campagna per le elezioni legislative del 28 febbraio in El Salvador è iniziata il 27 dicembre per i deputati e il 27 gennaio per i sindaci. Nelle elezioni, circa 5,4 milioni di salvadoregni dovranno eleggere gli 84 deputati del Congresso unicamerale, nonché i 262 sindaci del Paese e i loro consigli municipali. Dovranno inoltre eleggere una ventina di deputati del Parlamento centroamericano (Parlacen), istituzione politica dedita all’integrazione dei Paesi della regione. Il partito Nuove idee (NI), la cui creazione è stata promossa dal presidente Bukele, inizia come un grande favorito in quelle elezioni, secondo gli ultimi sondaggi. Bukele ha decretato a metà gennaio la fine delle commemorazioni degli accordi di pace guidati dall’ONU e firmati dall’esercito e dall’FMLN, che hanno posto fine alla sanguinosa guerra civile di 12 anni il 16 gennaio 1992 e, al suo posto, ha stabilito una giornata per le vittime.
A.C.
Infobae riporta che una seconda spedizione con quasi 2 milioni di vaccini dal laboratorio cinese Sinovac è arrivata in Cile la scorsa domenica per raccogliere quasi 4 milioni di dosi per avviare un ambizioso processo di immunizzazione per 5 milioni di cittadini nel primo trimestre di quest’anno. Questo nuovo arrivo di vaccini CoronaVac avviene tre giorni dopo aver ricevuto la prima spedizione dei 5 previsti dal laboratorio cinese, che andrà a sommarsi a un totale di 10 milioni di dosi concordate con il governo del presidente Sebastián Piñera. Il governo ha iniziato a vaccinare i bagni delle unità critiche, poi quelli con più di 80 anni e ora si continuerà. L’obiettivo è che entro la fine di marzo siano state vaccinate circa 5 milioni di persone, principalmente adulti di età superiore ai 60 anni, operatori sanitari e personale del servizio statale di base. L’inizio del massiccio processo di immunizzazione arriva proprio quando il Cile registra una media di 4.000 infezioni giornaliere e negli ultimi giorni ha superato due volte i cento decessi per Covid-19. Inoltre, le autorità hanno confermato 28 casi della variante apparsa in Gran Bretagna, più contagiosa, e 18 pazienti con la variante emersa in Brasile, che le autorità sospettano sia anche più contagiosa dell’inglese. Il Paese sudamericano ha concordato con Pfizer / BioNTech di fornire 10 milioni di dosi del suo vaccino, con Sinovac altri 10 milioni, con AstraZeneca oltre 6 milioni, oltre ad altri 4 milioni di dosi affidate a Janssen di Johnson & Johnson e all’iniziativa globale COVAX . Al momento, 56.579 persone hanno ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer/ BioNTech e 10.315 la seconda, secondo il Ministero della Salute, dei 15 milioni che dovrebbero essere vaccinati nella prima metà dell’anno.
A.C.
In Brasile lo scorso 29 gennaioil Ministero della Salute ha dichiarato che il 2 febbraio firmerà un contratto per poter comprare 54 milioni di dosi di CoronaVac, un vaccino anti-covid prodotto dal laboratorio cinese Sinovac. Secondo l’articolo del Jornal do Brasil, l’Istituto Butantan, centro di ricerca biologica situato nella città di São Paulo, ha importato 6 milioni di dosi pronte per l’utilizzo e sta ricevendo materia prima per poterne riempire altre 40 milioni. In questo modo si ammonterà al lotto iniziale già concordato con il Ministero della Salute di 46 milioni di dosi da consegnare entro aprile. Con l’inizio del mese di febbraio hanno preso l’avvio le vaccinazioni per gli anziani di età superiore agli 80 anni. Per lo scorso 31 gennaio è stata organizzata una cerimonia nel Palácio da Cidade a Rio de Janeiro, durante la quale, come ha riportato l’articolo del Jornal do Brasil, sono stati vaccinati l’attore Orlando Drummond (102 anni), il compositore Nelson Sargento (96 anni), la sarta Sebastiana Farnezi (98 anni), Dulcinéia Gomes Pedrada (97 anni) e Neiva Gomes Brandão (95 anni). All’evento hanno partecipato anche il Segretario Municipale della Sanità Daniel Soranz e il prefetto Eduardo Paes, il quale ha affermato che quello è stato un giorno significativo e di allegria per il Paese.
M.A.
ASIA
In base a quanto riportato dal China Daily, in Cina è stata aperta un’indagine per crimine ambientale per presunta deforestazione in un’area di Dunhuang, nella provincia del Gansu della Cina nordoccidentale. Secondo quanto riportato da Economic Information Daily, i quasi 1.000 ettari di foresta di Yangguan, i quali erano stati coltivati per respingere la desertificazione, sono stati illegalmente disboscati negli ultimi dieci anni e sostituiti da vigneti. La foresta in questione ha svolto per anni un ruolo significativo nella prevenzione delle tempeste di sabbia, nella conservazione dell’acqua e del suolo e nella salvaguardia dell’agricoltura. I piani per creare la foresta sono iniziati nel 1963. Dopo decenni di continui sforzi, nel 2000 è riuscita a contare 4 milioni di alberi, contribuendo a prevenire un’ulteriore espansione del sesto deserto più grande della Cina. Purtroppo, l’area forestale di Yangguan si è ridotta drasticamente tra il 2000 e il 2017 e, nonostante il governo provinciale del Gansu era consapevole di questo, affermò comunque che la foresta ha sempre avuto solo 465 ettari di area e che, pertanto, non c’era stato nessun tipo di deforestazione. Ovviamente, la risposta dell’Economic Information Daily non è tardata ad arrivare e, citando file storici ha sfidato le cifre del governo del Gansu affermando che Yangguan nel 2016 aveva 866 ettari. Difronte quest’ultima accusa, il governo provinciale del Gansu non ha ancora saputo dare una risposta. Il Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente ha attribuito grande attenzione al caso e se verranno riscontrati problemi solleciterà direttamente il governo provinciale e i dipartimenti correlati ad assumersi le proprie responsabilità.
Ora, cambiando argomento, sembrerebbe che in Cina la rivoluzione del 5G stia continuando ad avanzare. Secondo il China Daily, la Cina raggiungerà la piena copertura della rete 5G nelle aree urbane e rurali entro la fine del 2025. In questo modo creerà una solida base per l’uso del 5G nei settori industriali e del consumo e incrementerà la vitalità dell’economia digitale nazionale. Almeno così è quanto riportano gli esperti di telecomunicazioni. Dunque, i prossimi cinque anni saranno un periodo cruciale per lo sviluppo del 5G e questo permetterà alla Nazione di muovere, in termini tecnologici, diversi passi in avanti. Entro la fine del quattordicesimo periodo del piano quinquennale (2021-25) la Cina costruirà la rete 5G stand-alone più grande ed estesa del mondo e raggiungerà la copertura di rete completa in tutte le aree urbane e rurali. In base a quanto emerso da diverse ricerche accademiche, gli investimenti degli operatori di telecomunicazioni cinesi per la costruzione della rete 5G raggiungeranno 1,5 trilioni di yuan (232,2 miliardi di dollari) entro il 2025 e genereranno ulteriori 3,5 trilioni di yuan di investimenti nei segmenti a monte e a valle della catena industriale.
A.B.
Rassegna stampa a cura di:
Alessandra Semeraro (responsabile inglese, cinese, portoghese, arabo)
Alissa Bianconi & Caterina Mastrangeli (lingua inglese)
Alissa Bianconi (lingua cinese)
Marta Aggio (lingua portoghese)
Livio D’Alessio (lingua araba)
Veronica Battista (responsabile spagnolo, tedesco, francese, russo)
Angelica Chimienti & Simona Piergiacomo (lingua spagnola)
Elisabetta Lupo (lingua francese)
Simona Piergiacomo (lingua russa)
Claudia Lorenti (coordinatrice del progetto)