Vertigo

Trama:

L’agente di polizia John Ferguson ha una certa predisposizione alle vertigini, e tale sua particolarità è causa di un incidente che provoca la morte di un suo collega: in seguito a questo fatto Johnny dà le dimissioni. Un suo amico, Galvin Elster, lo incarica di vigilare sulla propria moglie Madeleine, la quale da qualche tempo si comporta in modo strano.

I suoi atteggiamenti sembrano dar credito ad un’incredibile supposizione: che in Madeleine riviva lo spirito di una sua bisnonna morta suicida in tragiche circostanze. Johnny si rifiuta di credere a tale assurdità, ma non riesce a trovare una spiegazione logica di quanto ha modo di accertare. John salva una prima volta Madeleine che, in preda a un’allucinazione, si getta in mare; ma non riesce a salvarla una seconda volta quando la donna, sfuggitagli, sale su di un campanile e si getta nel vuoto. Johnny non ha potuto trattenerla perché, colto dalle vertigini, ha dovuto fermarsi. Inoltre, si era innamorato di Madeleine e nel suo intimo si sente responsabile della sua morte. Il ricordo di Madeleine diventa per Johnny un’ossessione: gli sembra di vederla in ogni donna e, soprattutto, in una commessa di nome Judy, che assomiglia in modo incredibile alla scomparsa…

Receustione:

“Vertigo” (1958), diretto da Alfred Hitchcock, è considerato uno dei capolavori del cinema e una delle opere più rappresentative del regista. Basato sul romanzo “D’entre les morts” di Boileau-Narcejac, il film esplora temi di ossessione, identità e inganno attraverso una trama avvincente e una regia innovativa. Con il suo uso rivoluzionario della cinepresa, una colonna sonora ipnotica e una narrazione intricata, “Vertigo” si è consolidato come un punto di riferimento nel panorama cinematografico.
La storia segue l’ex detective della polizia John “Scottie” Ferguson (James Stewart), che soffre di acrofobia e vertigini. Dopo un incidente che lo costringe al pensionamento anticipato, Scottie viene contattato da un vecchio amico, Gavin Elster (Tom Helmore), per seguire sua moglie Madeleine (Kim Novak), che sembra essere posseduta dallo spirito di un’antenata, Carlotta Valdes. Madeleine ha comportamenti strani e trascorre le sue giornate visitando luoghi legati a Carlotta. Scottie, inizialmente scettico, diventa progressivamente affascinato da Madeleine e sviluppa un’ossessione per lei. L’ossessione di Scottie culmina in tragedia quando Madeleine si suicida gettandosi da un campanile. Devastato dall’accaduto e sopraffatto dal senso di colpa per non aver potuto salvarla a causa delle sue vertigini, Scottie cade in una profonda depressione. Mesi dopo, mentre cerca di riprendersi, Scottie incontra Judy Barton, una donna che somiglia incredibilmente a Madeleine. Ignaro del fatto che Judy sia stata parte di un complotto orchestrato da Gavin Elster per uccidere la vera Madeleine e farla franca, Scottie cerca di trasformare Judy in Madeleine, ripetendo i gesti e i rituali che aveva condiviso con la donna defunta.

James Stewart offre una performance complessa e sfumata, ritraendo efficacemente l’evoluzione psicologica del suo personaggio, dal disorientamento iniziale all’ossessione compulsiva e alla disperazione finale. La sua interpretazione di Scottie è intensa e coinvolgente, trasmettendo la vulnerabilità e il tormento interiore del personaggio.
Kim Novak è straordinaria nel suo doppio ruolo, portando sullo schermo una fragilità misteriosa e una sensualità enigmatica come Madeleine, e una tensione emotiva palpabile come Judy. La sua performance è centrale per il successo del film, rendendo credibili e toccanti entrambe le incarnazioni del suo personaggio.
Hitchcock utilizza una serie di tecniche visive per evocare il senso di vertigine e disorientamento che caratterizza l’esperienza di Scottie. Particolarmente innovativo è l’uso della “dolly zoom” (o “vertigo effect”), una tecnica che crea un effetto visivo di distorsione, riflettendo la paura di Scottie delle altezze e il suo stato mentale alterato. Questo effetto visivo è stato realizzato combinando uno zoom in avanti con un carrello indietro, creando una sensazione di spazio che si contrae e si espande simultaneamente.

La colonna sonora di Bernard Herrmann è un altro elemento fondamentale del film. Le sue melodie inquietanti e ipnotiche amplificano l’atmosfera di tensione e mistero, immergendo lo spettatore nell’universo psicologico di Scottie. La musica di Herrmann, con i suoi temi ricorrenti e le sue orchestrazioni ricche, accompagna perfettamente le immagini, contribuendo a creare un’esperienza sensoriale completa.

“Vertigo” è una meditazione sull’ossessione e sull’identità. Il film esplora come l’ossessione possa distorcere la percezione della realtà e condurre a un comportamento autodistruttivo. La questione dell’identità è centrale, con Scottie che cerca di trasformare Judy in Madeleine, riflettendo il desiderio umano di controllare e ricreare ciò che è perduto. Questo desiderio si manifesta nel tentativo di Scottie di resuscitare Madeleine attraverso Judy, ignorando l’identità e i sentimenti di quest’ultima.
Il tema della doppia identità è ulteriormente sviluppato attraverso i parallelismi visivi e narrativi tra Madeleine e Judy. Hitchcock gioca con le somiglianze e le differenze tra i due personaggi, esplorando il concetto di realtà e illusione. La città di San Francisco, con i suoi paesaggi nebbiosi e i suoi edifici storici, funge da sfondo suggestivo per questa esplorazione dell’ossessione e dell’inganno.

Nonostante il suo iniziale successo moderato, “Vertigo” ha guadagnato col tempo un riconoscimento sempre maggiore, diventando un punto di riferimento per cineasti e critici. È stato votato come il miglior film di tutti i tempi nel sondaggio di Sight & Sound del 2012, superando persino “Citizen Kane”. La sua influenza si estende ben oltre il cinema, avendo ispirato opere in letteratura, arte e cultura popolare. Il film è stato oggetto di numerose analisi critiche e interpretazioni, che ne hanno esplorato i vari livelli di significato e le tecniche cinematografiche innovative. “Vertigo” è stato lodato per la sua capacità di combinare una narrazione avvincente con una profondità tematica e una sofisticazione stilistica, rendendolo un’opera che continua a rivelare nuovi aspetti a ogni visione.

“Vertigo” è un film ricco e complesso, che combina una narrazione avvincente con una profondità tematica e una innovazione stilistica. È un’esperienza cinematografica che continua a influenzare e affascinare il pubblico e i registi di tutto il mondo. La sua esplorazione dell’ossessione, dell’identità e del desiderio rimane rilevante e potentemente evocativa, rendendolo un capolavoro senza tempo del cinema. La maestria di Hitchcock nel creare suspense psicologica e nel manipolare le aspettative dello spettatore garantisce che “Vertigo” rimanga una pietra miliare nella storia del cinema, una testimonianza duratura del potere del film come mezzo di espressione artistica e di esplorazione umana.

Alla prossima receustione,

Marta Golotta